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Il Corrmezz: «In piazza a Napoli i violenti in ordine sparso, gli organizzatori non sapevano niente»

Il lavoro degli investigatori: “parcheggiatori, persone legate ai clan, ultras, la destra, ciascuno con motivi diversi. Si cerca una regia nazionale”

Il Corrmezz: «In piazza a Napoli i violenti in ordine sparso, gli organizzatori non sapevano niente»

Sul Corriere del Mezzogiorno un interessante articolo di Titti Beneduce sulle indagini relative agli scontri avvenuti a Napoli venerdì sera. Una manifestazione pacifica organizzata da commercianti ed artigiani per protestare contro le nuove chiusure anti Covid si è trasformata in devastazione, soprattutto sul Lungomare.

Ad alzare i toni della protesta, secondo la Procura, sono stati

professionisti della guerriglia, forse in contatto con i facinorosi di altre città italiane; per tenersi in contatto non usano i social, ma canali di messaggistica istantanea, così evitano di essere intercettati dalle forze dell’ordine”.

Adesso i magistrati cercano riscontri nei cellulari dei due arrestati in flagranza di reato (poi rilasciati).

La Beneduce ricostruisce con grande precisione le diverse anime presenti in piazza.

“Molti elementi lasciano ritenere che in poche ore siano state mobilitate più di mille persone, che si sono mescolate ai manifestanti con obiettivi ben diversi dai loro. C’erano, per esempio, i parcheggiatori abusivi, che non gradiscono la chiusura anticipata di bar e ristoranti. C’erano persone legate ai clan di Santa Lucia e dei Quartieri, che hanno prestato soldi a molti negozianti e artigiani e ora temono di non riaverli indietro. C’erano estremisti di destra interessati a creare paura e confusione, come spesso è accaduto negli ultimi decenni. C’erano gli ultrà della curva A, molti dei quali frequentano appunto gli ambienti della destra. C’erano alcuni negazionisti, ostinati nel credere che non ci sia emergenza sanitaria. C’erano gli antagonisti, i quali hanno ammesso pubblicamente la loro partecipazione, con motivazioni magari non condivisibili ma almeno trasparenti”.

I magistrati indagano anche su eventuali collegamenti tra “i teppisti” di Napoli e quelli che si sono messi in evidenza anche in altre città ed analoghe rivolte, a Torino, Milano e Roma.

“Proprio da Torino ieri è rimbalzata la notizia secondo cui «potrebbe esserci una regia comune, con un collegamento tra gruppi ultrà di tutta Italia, dietro ai disordini scoppiati negli ultimi giorni in varie città italiane. Anche nel capoluogo piemontese, tra i partecipanti agli scontri di piazza Castello, in prima fila c’erano alcuni volti noti del mondo ultrà, rappresentanti delle frange estreme delle curve di Juventus e Torino, da mesi ormai senza stadio a causa delle restrizioni imposte dal Coronavirus»”.

Di certo, conclude la Beneduce, gli organizzatori del corteo non immaginavano che la protesta avrebbe preso questa piega.

“Dalle indagini intanto è emerso che gli organizzatori del corteo, partito da largo San Giovanni Maggiore Pignatelli, vicino all’università Orientale, sono stati colti alla sprovvista dall’arrivo dei teppisti, tanto che alcuni hanno anche cercato di annullare in extremis la manifestazione in formando la polizia”.

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