Sul Fatto le criticità dei test. Passa troppo tempo tra la segnalazione di un caso sospetto e il tampone. Le persone non collaborano al tracciamento dei contatti. Pochi tamponi e in prevalenza ai sintomatici
La Campania si è trasformata in pochi mesi da “Covid free” a focolaio. I contagi aumentano ogni giorno in modo esponenziale. Un dato su cui influisce l’alta densità abitativa e il fatto che i gruppi familiari sono costituiti anche da 7-8 persone che vivono nella stessa casa, cosa che rende impossibile l’isolamento domiciliare. Il Fatto Quotidiano riporta le parole di Silvestro Scotti, presidente dell’Ordine dei medici di Napoli e segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale.
«Siamo di fronte a una epidemia intrafamiliare, complicato dal fatto che possono passare anche 4 o 5 giorni dalla segnalazione del caso sospetto a quando viene eseguito il tampone. Questo perché il sistema è andato in sofferenza».
A complicare le cose sono le difficoltà nel risalire all’origine dei contagi. Dario Mafellotto, presidente della Federazione dei medici internisti ospedalieri, spiega che per 166 positivi accertati sui 923 della settimana tra il 14 e il 20 settembre ciò non è stato possibile.
«Purtroppo spesso le persone non collaborano o non agevolano il tracciamento dei contatti».
Non solo. Sono pochissimi i cittadini campani che scaricano l’app Immuni. La nostra regione è terzultima i Italia con l’8,8%. Peggio solo Calabria e Sicilia.
I tamponi, poi, nonostante siano aumentati negli ultimi giorni, continuano ad essere pochi. Secondo l’ultimo report dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari della Cattolica, la Campania è la regione che dall’inizio della pandemia ha fatto meno tamponi in rapporto alla popolazione. E’ stato testato solo il 7,19% dei residenti, contro una media nazionale dell’11, 98%.
Anche l’aumento dei tamponi è stato inferiore al resto d’Italia. Tra il 30 settembre e il 6 ottobre il tasso dei nuovi test per 1.000 abitanti è stato del 6,60% contro una media nazionale del 9,11. E solo martedì De Luca ha autorizzato i laboratori privati a eseguire le analisi.
Infine, dall’inizio dell’epidemia, l’88% dei positivi è stato accertato con tampone in seguito all’insorgenza di sintomi e solo solo il 12% in fase di ricerca attiva, ovvero prima che i contagiati diventino sintomatici e abbiano bisogno di cure.