ilNapolista

Bret Easton Ellis: “Non c’è alcuna differenza tra un agente di borsa a Wall Street e un assassino”

Su La Stampa: “Chiunque abbia successo, ha avuto problemi col padre. Il male è quello che sei o quello che fai?”

Bret Easton Ellis: “Non c’è alcuna differenza tra un agente di borsa a Wall Street e un assassino”

Oggi le pagine della cultura de La Stampa sono da urlo. Antonio Monda scrive di Bret Easton Ellis.

Monda scrive che il suo American Psycho e il Falò delle vanità di Tom Wolfe è il libro  più profondo e illuminante sulla New
York degli anni 80.

Quando Bret ne parla, si diverte ad alzare il tono della provocazione: «Non c’è alcuna differenza tra un agente di borsa di Wall Street e un assassino: io ho solo portato alle estreme conseguenze questa semplice idea della quale sono convinto».

In una intervista rivelò che il personaggio del finanziere assassino era ispirato a suo padre, ma in un’intervista successiva ritrattò tutto dicendo che «il libro parla di me».

«Chiunque abbia successo», mi disse una volta, «ha avuto problemi con il padre a prescindere dal fatto che abbia sfondato nello sport, negli affari o nello spettacolo».

Scrive Monda:

Condanna ogni distinzione tra highbrow e lowbrow, la cultura alta e quella popolare, e l’ho visto apprezzare di gusto la battuta della Signora della porta accanto di Truffaut: «Ascolto solo canzoni perché dicono la verità. Più sono stupide, più sono vere».

Lotta con forza contro ogni deriva del politicamente corretto, e riesce sempre a lasciare all’interlocutore qualcosa che superi la mera provocazione. Una battuta raggelante del suo libro più famoso dice «Mi sento di merda, ma è bellissimo»: la pronuncia cadenzando le parole, e fissandoti provocatoriamente negli occhi, per vedere la tua reazione. Poi chiede: «Il male è quello che sei o quello che fai?»

ilnapolista © riproduzione riservata