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Sileri: «Ai primi sintomi sospetti di Covid, fare test. Sbagliato pensare che sia solo raffreddore»

Al CorSera: «Occorre triplicare i tamponi e velocizzare le risposte. Giusto ridurre quarantena per chi ha avuto contatti indiretti con un positivo. Per chi è positivo la quarantena di due settimane è giusta»

Sileri: «Ai primi sintomi sospetti di Covid, fare test. Sbagliato pensare che sia solo raffreddore»

Il Corriere della Sera intervista il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri. Dà ragione al Comitato tecnico scientifico che ha detto no all’apertura degli stadi al 25%. Per aumentare il pubblico occorre aspettare di capire l’evoluzione dei contagi, che, dice, aumenteranno nei primi dieci giorni di ottobre.

«Io credo che ci sarà un aumento dei contagi: entro i primi 10 giorni di ottobre potremo vedere gli effetti dell’apertura delle scuole, ma se riusciremo a tenere sotto controlli i focolai e l’aumento sarà graduale, il sistema sanitario non sarà sotto pressione. Non bisogna mollare la presa, con la stagione invernale arriveranno anche le sindromi influenzali e dobbiamo stare attenti a non intasare i pronto soccorso».

La necessità è triplicare i tamponi.

«Tamponi e test rapidi. Ne stiamo facendo molti ma dobbiamo triplicarli: dobbiamo migliorare e aumentare la diagnostica. E ai primi sintomi sospetti restare a casa e chiedere di fare i test: in questa situazione è sbagliato pensare “è solo un raffreddore”».

E soprattutto velocizzare le risposte ai test.

«Non dobbiamo lasciare le persone in casa ma far sì che abbiano una risposta in brevissimo tempo: oggi per il risultato di un tampone ci vogliono anche più di due giorni, con il rischio di intasare gli ospedali anche in caso di negatività. Quindi oltre ai tamponi ci sono i test salivari che si usano già negli areoporti e ora anche a scuola: sono più economici, danno il risultato quasi in tempo reale ed evitano una quarantena inutile».

Sulla riduzione della quarantena, di cui si discute nelle ultime settimane si dice d’accordo

«per chi ha avuto solo contatti indiretti con un positivo: oggi conosciamo di più il virus, e sappiamo che l’incubazione è tra i 4 e i 6 giorni, quindi già al settimo giorno si può fare un tampone e sapere se si è positivi. In caso negativo, isolarsi per altri 7 giorni è inutile, oggi vengono messe in quarantena troppe persone. Diverso il discorso per chi è positivo per cui la quarantena di due settimane è giusta».

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