Il ct della Nazionale non ha gradito – è un eufemismo – di essere stato scavalcato dalla Figc: “lo hanno trattato come un paria”
Roberto Mancini, anche solo per pochi giorni, ha valutato la possibilità di lasciare la Nazionale e accasarsi sulla panchina della Juventus al posto di Sarri. Ma indipendentemente dai bianconeri il ct è stato davvero ad un passo dall’addio all’Italia. Secondo Libero Mancini non ha gradito – è un eufemismo – il “recupero” di Marcello Lippi, piazzato dalla Figc, a sua insaputa, nel ruolo di supervisore.
“E davvero l’attrazione fatale italiana per i paradossi, per le complicazioni ancora più dannose che inutili che fa sì che il miglior comandante azzurro dell’ultimo decennio, l’uomo che fino a prova contraria ha ricostruito in tempi record dalle macerie di Ventura e Tavecchio, riprenda il timone dovendo superare una bufera che ha rischiato di allontanarlo anzitempo da Azzurra, e che probabilmente non è ancora del tutto passata”.
Libero scrive che “la Figc che non ci ha pensato né uno, né due a ricontattare il Totem di Viareggio e a proporgli un ruolo chiave, il tutto all’insaputa di Mancini, trattato come un paria a dispetto dei risultati e della centralità del suo incarico tecnico. Lippi che, da nuovo sopracciò delle Nazionali, avrebbe provato a collocare qualcuno dei suoi pupilli scaldando il più caro, Fabio Cannavaro, per fargli poi prendere la guida degli azzurri quando l’attuale ct lascerà la nave”.
Ci sarebbe stato “un indiretto scambio di informazioni con la Juventus nei giorni agitati che hanno poi portato all’esonero di Sarri, gli stessi giorni – più o meno – in cui Antonio Conte, in rotta di collisione con la dirigenza interista, lasciava trasparire qualche azzurra nostalgia”.