Il commento di De Calò: “Sembra quasi che Messi non sia cosciente del peso dei suoi passi e degli effetti a catena che possono provocare nell’intricato labirinto di strade che portano alla cabina di comando del Barça”.
Il commento di Alessandro De Calò.
Sulla Gazzetta dello Sport Alessandro De Calò commenta il dietrofront di Messi che ieri, in un’intervista a Goal.com, ha annunciato che resterà al Barcellona.
“Eppure c’è qualcosa che non torna nella sua vicenda. Poteva essere pensata con più stile e forse con risultati più concreti. Al momento ne esce meglio Bartomeu, che pure è considerato uno dei presidenti più disastrosi della storia recente del Barcellona. Dopo la disfatta di tre settimane fa nella Champions contro il Bayern avrebbe dovuto dimettersi e convocare subito nuove elezioni. Non l’ha fatto per non abbandonare la nave che affonda – dice lui – in realtà, più probabilmente, per preparare il terreno a un successore che nel suo gruppo di potere ancora non si vede”.
De Calò continua scrivendo che Leo muove pubblicamente diverse accuse a Bartomeu ma in fondo gli assicura così una boccata di ossigeno nella contestazione mossa dai suoi oppositori.
“Sembra quasi che Messi non sia cosciente del peso dei suoi passi – dei silenzi e delle parole – e degli effetti a catena che possono provocare nell’intricato labirinto di strade che portano alla cabina di comando del Barça”.
Il disordine, in casa Barcellona, resta, conclude, sono successe troppe cose.
“Resta grande il disordine sotto il cielo del Barcellona. Vedremo quanto sarà ingombrante Leo nella precaria rifondazione di Koeman. Quali rinforzi pesanti per la Liga e per la Champions potranno arrivare. Staremo a vedere se l’esito delle elezioni e un possibile ritorno in plancia del vecchio presidente Joan Laporta (“Magnifico Leo, saggia decisione” ha subito commentato) potrebbero far passare a Messi la voglia di scappare. Per ora la data di scadenza è il giugno del prossimo anno. Il City, il Psg, l’Inter e qualcun altro lo aspettano a quello svincolo, per prenderlo a costo zero. Ma bisogna arrivarci, c’è tempo per altre sorprese. L’addio dei più grandi di sempre alle squadre della loro vita è sempre stato complicato, doloroso, tormentato. Di Stefano, Pelé, Cruijff, Maradona insegnano qualcosa. Perché per Messi dovrebbe essere diverso?”.