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Zazzaroni: “è emersa subito la distanza tra il mondo Sarri e i valori della Juventus”

Il direttore del Corsport: “il fallimento è autentico. È passato il messaggio che lo scudetto avesse una madre, la società, tanti figli, i giocatori, e nessun padre”.

Zazzaroni: “è emersa subito la distanza tra il mondo Sarri e i valori della Juventus”
Ph Carlo Hermann/KontroLab

“Adieu Maurizio” titola il Corriere dello sport. E l’editoriale del direttore di Ivan Zazzaroni è impietoso. Scrive di fallimento.

Il fallimento è autentico, «mentalmente devastante», la conclusione più amara di una stagione certamente assurda nella quale – però – è risultata subito evidente la distanza tra l’allenatore toscano, la sua idea di calcio, anche il suo modo di comunicare, e tutto quello che la Juve rappresenta, i valori che incarna: perse in partenza la scommessa del bel gioco e, quel che più conta, anche quella assai più grave del grande risultato.

Scrive della gestione di Dybala su cui si è soffermato anche Massimo Mauro che ha dato del dilettante a Sarri.

A sessantun anni e mezzo Sarri ha vinto il primo scudetto della vita, ma è passato il messaggio che quel titolo avesse una madre, la società, tanti figli, i giocatori, e nessun padre.

Ricorda che Agnelli pochi giorni fa ha citato tutta l’area tecnica ma non Sarri.

Da mesi sento ripetere che Sarri non ha più in mano la squadra e che a decidere tanto in campo quanto fuori sono i campioni più rappresentativi, i leader più ascoltati del gruppo (ieri sera il primo a presentarsi davanti alle telecamere è stato Buffon, il capitano morale). Non voglio, né posso credere che sia così: ho troppo rispetto di Maurizio per immaginarlo sottomesso in qualche modo ai giocatori. È però vero che nella sua Juve le individualità hanno troppo spesso prevalso sul resto.

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