Sono passati 720 giorni da quel terribile 14 agosto di due anni fa. La cerimonia si è aperta con la lettura dei nomi delle 43 vittime. Un momento toccante come il discorso di Renzo Piano: “Costruire un ponte è un gesto di pace”

E’ iniziata alle 18:la cerimonia per l’inaugurazione del nuovo ponte di Genova. Sorto sulle ceneri del Ponte Morandi, che il 14 agosto del 2018 crollò in una giornata di pioggia trascinando con sé 43 vite. Ed è stato dedicato proprio alle 43 vittime di quella tragica giornata l’inizio della cerimonia. Prima tre minuti di silenzio, poi la lettura dei 43 nomi. Un momento di commozione, seguito dall’esecuzione del Silenzio con il suono della tromba. Proprio in quel momento, il ponte è stato illuminato dai raggi del sole e sul cielo di Genova è apparso un emozionante e ci piace pensare simbolico arcobaleno.
Il nuovo ponte prende vita dopo 720 giorni dal crollo. Molto sentito ed apprezzato il discorso dell’architetto Renzo Piano.
«Oggi è un giorno d’intensa commozione. Questo ponte è figlio di una tragedia, di un lutto. I lutti non si possono dimenticare, si elaborano, si metabolizzano, ma non si dimenticano. Diventano l’essenza di quello che saremo. Io ho dato l’idea di un ponte che attraversi la valle passo passo, ma poi bisognava farlo questo ponte. E qui è uscita l’energia di questo Paese. Questo è stato il più bel cantiere che abbia mai avuto in vita mia. Quando si è alla fine di una grande fatica, ciascuno di noi si aspetta una piccola perla come premio: questa perla è la riconoscenza. Siamo sospesi fra la commozione per la tragedia e l’orgoglio per aver ricostruito il ponte. Io non credo si debba parlare di miracolo, qui è successa una cosa bellissima, che il Paese ha mostrato la sua parte migliore. Costruire è una bellissima cosa, non si fanno miracoli, ma ci vuole un po’ di magia. Costruire è l’opposto di distruggere, è edificare. Costruire un ponte è una cosa bellissima, è un gesto di pace. in cantiere cresce la solidarietà, prevale su tutto l’orgoglio e la solidarietà. E poi prevale la passione, l’amore. Io auguro a questo ponte di essere amato. Non è facile essere eredi di una tragedia – ha concluso Piano -, quindi mi auguro che questo ponte sia amato, sia adottato dalla gente, diventi parte della loro vita quotidiana. E credo avverrà. perché questo ponte è semplice e forte, gioca con la luce. Sopra, tutti scopriranno la luce del Mediterraneo. Questo ponte gioca con la luce e con il vento. Caproni ha scritto ‘Genova di ferro e aria’, ecco io vorrei che questo ponte fosse visto così. Costruito con acciaio ma forgiato con il vento. Adesso il ponte è vostro, lunga vita al ponte San Giorgio».“