Sconcerti: il calcio italiano copia il possesso palla di Guardiola che ormai gioca in verticale
Sul Corsera. Analisi sul declino del calcio italiano: «Crisi di soldi e di tecnica. In Serie A solo Conte ha vinto. Coverciano è un fallimento»

L’eliminazione dell’Atalanta apre il solito cahier de doleances del calcio italiano. È Mario Sconcerti sul Corriere della Sera a fare il primo passo, a ricordare che le squadre italiane non vincono più niente da dieci anni. E si chiede:
Perché nella nostra mente la Juve, la Roma, il Napoli, l’Atalanta sono migliori mentre poi vengono regolarmente battuti?
Le risposte sono molteplici. La prima sono i soldi:
Ma la crisi – sottolinea giustamente Sconcerti – è anche tecnica.
L’Italia del dopo Lippi non ha più una vera idea di gioco. È stato messo in crisi il nostro calcio di base (contropiede) come fosse un peccato costringendo tutti a giocare con il possesso palla di Guardiola. Nel frattempo Guardiola e il calcio sono andati avanti e sono tornati a un gioco discretamente verticale, quasi soltanto di velocità e qualità.
Sconcerti sottolinea giustamente la povertà del parco allenatori del calcio italiano. Nessun tecnico attualmente in Serie ha vinto un trofeo internazionale.
L’unico, Maurizio Sarri, l’abbiamo cacciato una settimana dopo aver vinto il campionato. Non solo, ma nessuno degli allenatori attuali ha mai vinto uno scudetto. Tranne Conte che è diventato un’altra cosa.
Hanno lasciato tecnici come Lippi, Trapattoni, Prandelli, Ancelotti, Capello, Eriksson, Mazzone, Zeman, Ulivieri, lo stesso Ranieri per anni all’estero, gli stessi Conte, Sarri ed Allegri, che ormai non possono più insegnare calcio perché devono vincere. Siamo un calcio senza campioni, cioè senza allievi, ma soprattutto siamo un calcio senza più maestri.
Il finale:
Rappresentiamo il fallimento stesso di Coverciano, ormai da rivedere nella durata dei suoi corsi, nella democrazia delle iscrizioni e nella profondità dei testi. E soprattutto nella rigidità delle sue associazioni corporative.