Per il quotidiano di Feltri esiste un’alleanza “multipartisan” che vuole penalizzare il povero nord: “Anche il Pd s’è accorto che i 5S sono meridionalisti”
Libero rilancia “la questione settentrionale”. Stavolta la campagna contro il sud privilegiato, una delle grandi battaglie del quotidiano di Feltri, riparte di sponda sul Pd che “scopre solo ora di governare con un alleato, Cinquestelle, che prende la stragrande maggioranza dei propri voti al Sud e, coerentemente, privilegia quel territorio rispetto al resto della nazione”.
La dichiarazione dell’ex segretario del partito, il bergamasco Maurizio Martina sulla fiscalità di vantaggio per le aziende meridionali («sarebbe un errore scatenare una competizione sfrenata tra due parti del Paese e il governo non deve dimenticare la questione settentrionale») è un’occasione troppo ghiotta per non metterla in prima pagina. Anche perché “il giorno prima, il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini aveva detto che «il partito deve rappresentare di più il Nord perché la parte d’Italia che produce di più deve ripartire nell’interesse di tutti»”.
La tesi è ormai nota:
“Per tutto il periodo più duro della pandemia la classe dirigente progressista settentrionale non ha difeso il proprio territorio. Il governo, i cinquestelle e i progressisti centromeridionali hanno attaccato e screditato le regioni del Nord, le più colpite dal virus, per il semplice fatto che sono amministrate da leghisti e forzisti, trasformando la malattia in una colpa”.
Ma ora è tempo della rivalsa:
“Sono stati gli utili idioti del governo centrale, di impronta prettamente meridionalista, gli scudieri dei ministri Boccia e Provenzano, loro fratelli coltelli di partito, e ora devono spiegare ai loro, non moltissimi, elettori come mai, se la pandemia ha ucciso in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Liguria e Veneto, l’esecutivo lanci un piano di rilancio totalmente meridionalista”.
Nella lettura di Libero, con il “decreto agosto” Reggio Calabria e Messina nei deliri di Palazzo Chigi sono destinate a diventare la Londra e la Parigi della Magna Grecia”.
Ma ora i politici del sud fanno il salto di qualità:
“Temono che qualche briciola dei soldi in arrivo dall’Europa o degli stanziamenti del governo possa cadere anche sopra Roma e per questo hanno stretto un’alleanza di ferro per difendere gli interessi del Sud. Si tratta di un gruppo multipartisan tra rappresentanti di tutti i partiti, anche se dem e grillini fanno la parte del leone, che ha lo scopo dichiarato di creare un fronte meridionalista che si assicuri che, in proporzione a popolazione e attività produttive, al Mezzogiorno arrivino più finanziamenti che al Nord e al Centro”.
Con una gradevolissima metafora sanitaria Libero argomenta che “le aziende si risollevano se si rianima il loro core-business e il cuore pulsante dell’attività produttiva italiana è il Nord. Se non riprende a battere lui, possiamo tumulare tutto il corpo, isole comprese”.
E invece le Regioni del Nord “si vedono messe in seconda fila nei piani di ripartenza, benché siano la locomotiva economica del Paese; il tutto dopo che i loro cittadini sono stati trattati da untori dagli altri italiani, fomentati nella pratica da grillini e dem”.