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L’Europa ci sta dicendo che i rigori italiani per fallo di mano erano (e sono) ridicoli

Finale di Europa League: l’arbitro olandese nega all’Inter un rigore per un tocco di avambraccio che per Nicchi e Rizzoli sarebbe stato due volte rigore

Finale di Europa League. Primo tempo: Inter-Siviglia 2-2. Potremmo scrivere di Gagliardini in campo ed Eriksen in panchina, magari ne scriveremo poi. Quel che ci ha colpiti – molto -, oltre alla ormai nota potenza esplosiva di Lukaku e alla bravura di testa del centravanti De Jong, è stato l’arbitraggio dell’olandese Makkelie.

Soprattutto, ci ha colpiti quando – probabilmente sull’1-1 – ha negato al’Inter un rigore per fallo di mano di un difensore del Siviglia. Fallo di mano, tocco con l’avambraccio. Si poteva tranquillamente assegnare. In Italia, visti i rigori barzelletta concessi negli ultimi mesi, il tocco sarebbe stato punito con la massima punizione senza nemmeno ricorrere al Var. Tant’è vero che eravamo e siamo arrivati al paradosso che da noi bastava e basta buttare il pallone addosso all’avversario, sperando di colpire mano o braccio, per ottenere il rigore.

Makkelie, invece, non è nemmeno andato al Var. Si è arrabbiato, ha allontanato con vigore i calciatori dell’Inter e ha indicato di riprendere il gioco con la rimessa laterale.

La Uefa, con i fatti, sta affermando il principio che le regole di Nicchi e Rizzoli in Europa non valgono. In Europa, come in Premier, si gioca un altro sport. Uno sport decisamente più vicino al calcio che conosciamo.

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