Gazzetta: “Sarri ha un senso di smarrimento misto a pentimento. Ora è ricco ma povero”

Pedullà (molto vicino a lui) racconta i suoi pensieri: «Aveva capito da giorni dell'esonero. Con Ronaldo si sono sopportati. Con Paratici il rapporto è via via peggiorato»

Sarri voleva la Juve

Juventus' Italian coach Maurizio Sarri enters the pitch during the Italian Serie A football match SS Lazio vs Juventus FC.,(Hermann)

La Gazzetta dedica una pagina a Sarri, al suo anno alla Juventus e al suo futuro. La firma Alfredo Pedullà molto vicino al tecnico toscano, al punto che la sua foto profilo su Twitter è appunto una foto con Sarri. Pedullà descrive lo stato d’animo di Sarri dopo la fine del rapporto con la Juventus.

Sarri non ha rabbia, ma malinconia, inquietudine, smarrimento misto a pentimento. Chelsea e Juve gli hanno gonfiato il conto in banca e arricchito la bacheca. Maurizio è ricco ma povero. Tornerà ricco quando allenerà e non gestirà.

Pedullà scrive che Conte al primo anno all’Inter si è fatto spendere 200 milioni, Guardiola al City 800. Sarri è troppo poco egoista, scrive.

Scrive che con Chiellini non è mai scattata la scintilla. È andata bene, invece, con Dybala, De Ligt, Cuadrado. Con Ronaldo? “Si sono sopportati, ma senza grandi frizioni”.

Pedullà spiega che con Paratici il rapporto è andato via via peggiorando. Che se la Juventus voleva un gestore, doveva tenersi Allegri. Che Sarri allenerà in Italia, a meno che non lo chiami l’Atletico Madrid. In Italia ha due opzioni. Sarri non si aspettava il like di Douglas Costa sotto il comunicato dell’esonero.

E infine l’esonero

La notte dell’eliminazione dalla Champions: aveva capito tutto da giorni. La famosa frase “i dirigenti della Juve mica sono dilettanti, non decidono in base al risultato di una partita”. Avevano già deciso, lui sapeva, la telefonata (sabato 8 agosto) gli è arrivata il giorno dopo verso le 13,30. La sera prima 4 o 5 calciatori incrociati in garage gli avevano chiesto “ma tanto lei, mister, resterà anche l’anno prossimo, no?”. Ingenuità, perfidia, superficialità, nessuno può saperlo.

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