Barbano: l’Inter ha bisogno di un buono psicologo
Sul CorSport: Zhang non ha sbagliato nulla. Ha lasciato raffreddare gli animi, ha tessuto una tela di contatti riservati con il tecnico, poi lo ha incontrato circondato dai dirigenti spiegandogli che non si toccano

“Conte resta, Marotta resta, Ausilio resta, il mercato sarà oculato, l’obiettivo non è più vincere lo scudetto ma migliorare. Che vuol dire? Che si è chiuso uno psicodramma esistenziale, non un conflitto societario e sportivo. Il tecnico salentino esce da questa brutta pagina di calcio come un rodomonte disarcionato”.
Sono le parole del vicedirettore del Corriere dello Sport, Alessandro Barbano. Che attribuisce il merito della ricomposizione della frattura in casa nerazzurra a Zhang.
“È il primo vero successo gestionale di questo presidente non ancora trentenne. Che ha avuto la freddezza di far prevalere la ragione all’impulso”.
Conte ha un contratto ancora per due anni e le sue intemperanze “non giustificano una giusta causa”. Oltre a ciò,
“la squadra è stata costruita a immagine e somiglianza dell’allenatore uscente. Cambiarlo avrebbe significato buttare giù un palazzo e cominciare a ricostruirlo. Con l’occhio del fair play puntato contro, e a spalti chiusi, sarebbe stata un’impresa improba perfino per un colosso come Suning”.
Il presidente non ha sbagliato nulla, scrive Barbano.
“Zhang non ha sbagliato nulla. Ha lasciato raffreddare gli animi, ha tessuto una tela sapiente di contatti riservati con il tecnico, poi lo ha incontrato circondato dai dirigenti che Conte aveva identificato come i nemici. E gli ha spiegato con le buone maniere che quei dirigenti non si toccano. Perché non sono coloro che gli mettono i bastoni tra le ruote. E non sono i delatori delle sue privatezze ai giornalisti. Da cui Conte non accetta critiche”.
Anche Conte non aveva motivi per rinunciare a un ingaggio ancora biennale.
“Perciò la coabitazione è per tutti la soluzione più giusta. Con l’auspicio che il tecnico ritrovi la serenità perduta e che i risultati cementino la fragile fiducia ricomposta nell’incontro di ieri. Morale della favola, perché di favola si tratta: più che di Messi – che pure da ieri è in fuga da Barcellona – l’Inter ha bisogno di un buono psicologo“.