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Maddaloni: «La mia palestra è vuota, colpa del terrorismo mediatico»

Al CorMez: «Prima del Covid c’erano ogni giorno 600 persone. Oggi non arrivano a 50. E sono spariti bambini e ragazzi. La tesi secondo cui gli sport di contatto sono ancora sconsigliati, è una bestialità»

Maddaloni: «La mia palestra è vuota, colpa del terrorismo mediatico»

Sul Corriere del Mezzogiorno l’ex campione di judo Gianni Maddaloni lancia l’allarme. Nella sua palestra di Scampia, dove prima dell’emergenza Covid entravano 600 persone al giorno, adesso ne arrivano 50.

«Prima del blocco per l’emergenza Covid entravano in palestra ogni giorno circa 600 persone. Da quando abbiamo riaperto non arrivano a cinquanta. Sono spariti in particolare i bambini ed i ragazzi. Ne venivano 150 al giorno, ora non li vedo più».

Maddaloni non nasconde la sua preoccupazione. Non solo per l’aspetto economico, ma soprattutto per gli effetti sui bambini dell’abbandono dello sport.

«Non è tanto o almeno non è soltanto un problema economico, che pure esiste, perché abbiamo speso migliaia di euro per adeguarci alle linee guida imposte ai centri sportivi e ad oggi non abbiamo ancora visto un solo centesimo da parte del Coni. C’è una questione sociale ed è molto più importante: i bambini ed i ragazzi che non vengono da noi stanno in strada o, magari, chiusi in casa, dove si alienano davanti ai videogiochi o alla televisione. Perdono l’abitudine alla pratica sportiva e ad una sana forma di socialità quale è quella offerta dall’attività sportiva».

La causa dell’abbandono è riconducibile, secondo lui, al terrorismo mediatico effettuato dagli scienziati.

«Sono stati lanciati messaggi fuorvianti e sbagliati da parte di chi ha responsabilità istituzionali e da parte degli esperti che aiutano chi ci governa a decidere. È passata la tesi secondo la quale gli sport di contatto sarebbero ancora assolutamente sconsigliati in questa fase successiva all’emergenza coronavirus. Una bestialità. Vedo gente che si affolla sui mezzi pubblici, sulle spiagge, nei ristoranti, perfino nelle sale Bingo e poi devo ascoltare gli scienziati i quali sostengono che sarebbe pericoloso praticare judo, karate od aikido. Ascolto, mi arrabbio e mi domando da dove sia scaturita questa idea che ormai si possa fare tutto, ma che lo sport non si possa praticare come si dovrebbe. Non so se sia ancora un retaggio di quanto accaduto nel pieno della emergenza, quando i nuovi untori pareva che fossero diventati quelli che si incaponivano a correre o se dipenda da altro. Di fondo scontiamo anche una certa incultura sportiva, perché in questo Paese la pratica dello sport non è ancora vista da tutti come una necessità, ma è considerata ancora un di più, quasi un lusso nella vita di ognuno».

L’ex campione lancia un appello ai genitori a portare i bambini in palestra. Fondamentale adottare precauzioni, dice, ma non si può rinunciare allo sport.

«Allo sport, però, non bisogna rinunciare. Deve entrare a far parte delle abitudini e della vita di ognuno di noi, specialmente dei bambini e degli adolescenti. Questo è vero sempre ed ovunque. Particolarmente in un quartiere come Scampia».

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