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Insigne: «L’ammutinamento? Non lo rifarei. Fu un errore, abbiamo pagato e ci siamo ripresi»

Al CorSera: «Ancelotti? Gli dicevo sempre che avevamo bisogno di essere messi sotto pressione e bacchettati. Gattuso esige tantissimo. De Laurentiis? C’è un confronto autentico e leale. Con qualche scontro»

Insigne: «L’ammutinamento? Non lo rifarei. Fu un errore, abbiamo pagato e ci siamo ripresi»

Il Corriere della Sera ospita una lunga intervista di Monica Scozzafava al capitano del Napoli, Lorenzo Insigne. Spiega perché per un napoletano è così difficile imporsi nella propria città.

«Le aspettative sono sempre alte e al minimo errore paghi. A me non sono mai stati fatti sconti, ma da un paio d’anni ho capito che dovevo migliorare anche fuori dal campo. E va molto meglio».

Parla della partita contro l’Atalanta, in cui non ha dato il massimo.

«Sinceramente no, non è stata una prestazione all’altezza di tutta la squadra. Probabilmente abbiamo pagato un po’ di stanchezza. Però mi lasci dire una cosa. Quindici punti tra il Napoli e l’Atalanta sono troppi. La partita fino a un certo punto è stata equilibrata, la nostra qualità non è venuta fuori ma non abbiamo incontrato avversari irresistibili».

Sull’inizio deludente di stagione:

«E’ un grande rimpianto. Un peccato, soprattutto per quello che stiamo facendo adesso. Abbiamo fatto un recupero importante con Gattuso, ma resta l’amarezza».

A proposito dell’ammutinamento dice che non rifarebbe la stessa scelta.

«Evidentemente no, ma adesso è anche inutile pensare a ciò che poteva essere e non è stato. Fu un errore, abbiamo pagato e per fortuna ci siamo ripresi».

Su Ancelotti:

«Non sono nessuno per giudicare Ancelotti, allenatore che ha vinto tutto e soprattutto quasi ovunque. Il mister è abituato a grandi campioni, io gli dicevo sempre che noi avevamo bisogno di essere messi sotto pressione, anche bacchettati se era il caso. Mi rendo conto che la mia è un’autocritica: siamo professionisti, dovremmo camminare da soli, ma noi forse i n quel momento avevamo necessità di sentire il fiato sul collo».

Su Gattuso:

«Il mister esige tantissimo e ci motiva ogni secondo. Con lui mi sono sentito al centro del progetto, mi ha attribuito responsabilità e fiducia e il rapporto è autentico, spero di ripagarlo».

E’ possibile che dopo la sconfitta con l’Atalanta la squadra perda di motivazione e si rilassi?

«Impossibile con Gattuso! Si è arrabbiato a Bergamo e ci ha avvisati: bisogna dare il 200 per cento in tutte le partite che mancano. È un nostro dovere, ma anche un modo per arrivare pronti all’appuntamento con il Barcellona».

Sulla rottura del rapporto con Raiola:

«Non c’entra il calcio né, come ho sentito dire, perché con lui dovevo andar via da Napoli. È stata una decisione personale».

Dichiara di non aver mai pensato di andar via da Napoli.

«Mai. Giocare nella propria città è il sogno di chiunque. Non dipende, certo, soltanto da me. Vediamo cosa dice De Laurentiis. Sono tranquillo, ho altri due anni di contratto. Non c’è un problema di questo tipo, se vuole sono qui».

E parla anche del rapporto che ha con il presidente.

«Tra noi c’è un confronto autentico e leale. Con qualche scontro, ma come è normale che sia».

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