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Becker: «Ingiuste le critiche a Djokovic. Anch’io a 30 anni volevo divertirmi»

A La Stampa: «Novak è molto di più che un tennista. Viene da una storia difficile, è stato bravo a sviluppare le sue qualità di atleta. La sua esibizione aveva uno scopo nobile. Non giustifico, ma capisco la tentazione»

La Stampa intervista Boris Becker. Tra le tante domande che gli vengono rivolte ce n’è una che riguarda le critiche di cui è stato sommerso Djokovic dopo aver organizzato l’Andria Tour e favorito la circolazione dei contagi da Covid tra i tennisti.

«Novak è molto di più che un tennista. Viene da una storia difficile, è stato bravo a sviluppare le sue qualità di atleta. Sono sempre d’accordo con lui? No, ma è importante che non si limiti a parlare solo di tennis. Sta ricevendo critiche ingiuste, la sua esibizione aveva uno scopo nobile. È vero che la partita a basket e le feste non erano necessarie, ma anch’io a 30 anni volevo divertirmi. Non giustifico ciò che è accaduto, ma capisco la tentazione».

Becker ha 52 anni, ma si definisce ancora un ribelle.

«Sono sempre un ribelle, non cambierò mai. Ma la vita mi ha dato molte lezioni e oggi mi piace usare la mia esperienza per fare la cosa giusta».

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