La “napoletanità” di De Luca e Gattuso

Le due stelle del momento, secondo il Cormezz, sono due stranieri napoletani che fanno sorridere con «quella faccia un po’ così»

La

Il Corriere del Mezzogiorno elegge Vincenzo De Luca e Gennaro Gattuso come le stelle napoletane del momento

popolarità, simpatia, successo, riflessi positivi sulla comunità e un’eccezionale dose di empatia con il cittadino/tifoso.

Insomma Rino e Vincenzo sarebbero due gemelli diversi che hanno incantato Napoli e i napoletani pur non essendo nemmeno campani

Gattuso rinnova nel calcio il mito di Davide contro Golia, del piccolo indiano contro l’esercito dei «soldati blu», il luogo comune (che per questo si dice comune) del meridionale povero e schietto che batte il nordista (torinese) ricco e arrogante. (Rivedere, please, la faccia di Ronaldo dopo la partita). E che gusto, batterlo ai rigori

Li unisce una cosa che non si capisce se non la si conosce, scrive il Cormezz, la “napoletanità”

che è un modo di essere, parlare, sorridere, far sorridere, con «quella faccia un po’ così»: copyright, il genovese Paolo Conte, ma immagine adatta per due con un nome da scugnizzo.

Napoletani dunque non lo si nasce solo, ma lo si diventa, come hanno fatto Vincenzo e Gennaro, che hanno la medesima arte dell’ironia a denti stretti, più studiata quella del politico d’esperienza, schietta quello dell’uomo che gioca a pallone.

Sarebbe bello vederli un giorno insieme in un teatro, a parlare di Napoli e di calcio, di uomini e caporali, di nebbie milanesi, di politici raglianti e calciatori ringhianti. E troppo sognare? «Abbondandis in abbondandum», punto, punto e virgola.

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