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Per fortuna, Gattuso ha portato la restaurazione di Pesaola e non del sarrismo

Dopo gli sganassoni iniziali, il tecnico si è intelligentemente convertito al contropiede e finalmente i tifosi non parlano più di estetica: l’importante è vincere

Per fortuna, Gattuso ha portato la restaurazione di Pesaola e non del sarrismo

Doveva essere la restaurazione del sarrismo (rinnegato finanche dal suo supposto padre), ma per fortuna ho rivisto il Napoli pugnace, sofferente ed efficace di Bruno Pesaola. La cacciata di Ancelotti doveva riportare la rivoluzionaria tifoseria azzurra e rifarsi gli occhi con lo schema tanto amato. Ma adesso nessuno ci pensa più, segno che l’unico Dio del calcio è il risultato. Eppure per i tanti nostalgici del triennio dell’ipocrisia sarrita, l’abbandono della copertina di linus è stata la chiave della cacciata di Ancelotti, oltre che ad una trascurabile serie di risultati negativi.

Le schiere rivoluzionarie, dopo la caduta del loro sistema, sono riparate in caldi lidi caraibici. Parlano dei massimi sistemi, con punte di trascurabile estetica, ma sono diventati orfani. Perché i loro padri nei palazzi ci sono entrati per davvero, ed alcuni di loro ci stavano già da prima. Gattuso ha avuto il merito, dopo i tanti sganassoni iniziali, di non dar retta nemmeno al presidente, capendo da uomo di calcio qual è che la palla lunga, i CONTROPIEDE, e la difesa devono essere gli unici dettami per portare a casa qualcosa.

Gattuso ha vinto una partita come la vinse la Nazionale di Zoff ad Amsterdam nel luglio del 2000. Il Napoli ha sofferto molto meno di quella Nazionale, ma ha dimostrato che le partite si vincono con sangue e merda non certo sgonfiandosi come une torta di cake design, dopo 7′ con un uomo in meno. Ho scartabellato i social alla ricerca degli amanti del bel giuoco, ma ho trovato soltanto una tifoseria soddisfatta per il risultato, e finalmente impegnata a parlare di calcio, abbandonando numeri e virologia. Segno evidente che i napoletani a chiacchiere e lamenti sono i primi in classifica sempre, ma la ciccia la gradiscono eccome.

Gattuso con il suo enorme carico di emotività, pregresso, ed ahimè attuale, ha compattato la squadra intorno a sé. Ha capito che gli attuali uomini azzurri hanno bisogno di un condottiero, non di un padre che li sproni a maturare. Ma testa e spalle su tutti, esclusi goleador ed assistman, si è stagliato Nikola Maksimovic. Vero baluardo della retroguardia, ha messo in secondo piano il sempre più deludente Kalidou, che sta dimostrando di essere difensore da Napoli e poco più. A meno che ADL non riesca a vendere la fontana di trevi al Decio Cavallo di turno.

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