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Feltri lascia l’Ordine dei giornalisti: “Mi massacrano, andassero a quel paese”

La vetta finale del vittimismo: continuerà a dirigere Libero (“può farlo anche un geometra”) e a scrivere, ma senza rispondere alle – quasi nulle – rimostranze della deontologia professionale. Capolavoro

Feltri lascia l’Ordine dei giornalisti: “Mi massacrano, andassero a quel paese”

Vittorio Feltri non è più un giornalista, nel senso strettamente tecnico che in Italia si dà a chi è iscritto all’Ordine professionale. Dopo 50 anni se ne va di sua spontanea volontà, per dribblare le “rotture di scatole” e le cause per le quale “deve pagare gli avvocati”. Insomma il direttore di Libero si rende libero di scrivere quello che gli pare, senza doverne rispondere (poco, pochissimo, in verità quasi niente) alla deontologia professionale. Resterà direttore editoriale del suo giornale, perché, dice “lo può fare chiunque, anche un geometra”.

L’annuncio, tra l’altro arriva di sponda. Ne dà notizia in prima pagina il suo Giornale di Sallusti, con la consueta sobrietà. Poi lui conferma all’AdnKronos. Insomma comincia a “non” fare il giornalista: dà le notizie ai concorrenti prima che al giornale che ancora dirige. E nel farlo si smarca da alcune responsabilità che gli imputano: “Vengo processato anche per dei titoli ma si dà il caso che io sia il direttore editoriale e che ci sia un direttore responsabile quindi questi qui non sanno neanche che il direttore editoriale non risponde dei contenuti del giornale”.

“Mica è una prigione… Io me e vado dove cavolo mi pare, anche a casa. Mi sono stancato, mi massacrano, mi stufano, mi fanno perdere tempo e devo pagare gli avvocati. Ma andassero a quel paese… non ce la faccio più, basta, fine, non cambierò idea, non torno indietro. Mi rifiuto di essere processato per certe mie espressioni che non vanno a genio alla Corporazione che non mi pare sia abilitata a fare processi di questo tipo”.

Sallusti ne scrive in questi termini:

Chi sgarra finisce nelle grinfie del soviet che, soprattutto se non ti penti pubblicamente, ti condanna alla morte professionale. A quel punto sei fritto: nessun giornale può più pubblicare i tuoi scritti e se un direttore dovesse ospitarti da iscritto sospeso o radiato farebbe automaticamente la stessa fine. Se invece ti dimetti dall’Ordine, è vero che non puoi più esercitare la professione – e quindi neppure dirigere -, ma uscendo dal controllo politico puoi scrivere ovunque, senza compenso, come qualsiasi comune cittadino. In sostanza, per potere continuare a scrivere, Vittorio Feltri – immaginando di essere di qui a poco ghigliottinato, penso io – ha dovuto rinunciare al suo mestiere”.

Feltri continuerà a dirigere Libero e a scrivere su Libero. Ma non è più un giornalista. L’Italia è un Paese fantastico.

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