Il “Black lives matter” alla resa dei conti con il passato. In Inghilterra danneggiato il memoriale del primo ministro della Seconda Guerra Mondiale

Il “Black lives matter” non si ferma più. Il movimento per i diritti delle persone di colore che è esploso definitivamente dopo l’uccisione di George Floyd, vittima della polizia di Minneapolis, non risparmia nemmeno il passato: le statue e i monumenti non se la passano benissimo. E dopo altri casi eccellenti in giro per il mondo, in Inghilterra è toccato al memoriale a Westminster di Winston Churchill, primo ministro britannico durante la Seconda guerra mondiale. “Era un razzista”, ci hanno scritto sotto, imbrattandola. Churchill tra l’altro era già stato deturpato durante una precedente manifestazione contro il razzismo, per il 76esimo del D-day.
If you’re wondering what happened to the brave lads who formed a barrier around Churchill’s statue, they were removed by the police with the crowd chanting ‘fascist scum’. The statue was then defaced. Shameful #RiotsAreNotProtests #metpolice #Churchill #londonriots pic.twitter.com/f0DHjUifBr
— Bin The Labour Party (@binlabour) June 7, 2020
Il primo ministro britannico Boris Johnson, suo biografo e cultore dello statista, c’è rimasto malissimo e ha affermato che le manifestazioni contro il razzismo sono state ormai “sovvertite dai criminali”. Il ministro dell’Interno Priti Patel ha definito la protesta di Londra “assolutamente vergognosa”.
In prima fila, in questa rivolta contro i razzisti passati c’è Lewis Hamilton, sempre più leader politico. Il pilota della Mercedes ha esultato per l’abbattimento e affondamento nel porto di Bristol della statua Edward Colston, filantropo e uomo d’affari inglese del XVIII secolo noto anche per essere stato un trafficante di schiavi: “Il nostro Paese onorava un uomo che vendeva schiavi africani! Tutte le statue di uomini razzisti che guadagnavano vendendo altri esseri umani devono essere abbattute! Chi sarà il prossimo?“.
Il prossimo è stato Winston Churchill.