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“Bianchi intelligenti, neri col fisico”. Sono razzisti anche i telecronisti, solo che non lo sanno

Sul Guardian un autorevole studio danese (accreditato dall’assocalciatori inglese) ha analizzato le telecronache dei principali campionati

“Bianchi intelligenti, neri col fisico”. Sono razzisti anche i telecronisti, solo che non lo sanno

I giocatori bianchi sono intelligenti, hanno una certa etica del lavoro, i neri invece hanno un gran fisico, e – incredibile – un ritmo innato. Il razzismo nel calcio passa dritto per i commenti in tv: i telecronisti e le seconde voci sono inconsapevolmente razzisti. Non se ne accorgono neanche. Ma questo sottotesto vocale sedimenta piano piano, fino a creare le basi perché al tifoso venga naturale pensare ai giocatori secondo i canonici cliché basati sul colore della pelle.

Lo dimostra un autorevole studio danese (qui l’originale), accreditato anche dalla Professional Footballers Association (l’assocalciatori inglese) e riportato dal Guardian, secondo il quale la distorsione razziale è un problema chiaro e significativo nel commento del calcio, non solo britannico.

RunRepeat, una società di ricerca danese, ha messo nel mirino i media, scoprendo che parlano in modo diverso dei giocatori a seconda del tono della pelle. Sono stati analizzati oltre 2.000 commenti di 80 partite in Premier League, Serie A, La Liga e Ligue 1, razionalizzando i numeri per tenere conto del fatto che c’erano 1.361 commenti su giocatori dalla pelle più chiara e 713 su giocatori dalla pelle più scura. I giocatori bianchi vengono elogiati spesso per intelligenza (62,60%), duro lavoro (60,40%) e qualità morali (62.79%). I commentatori hanno anche 6,59 volte più probabilità di parlare dello strapotere fisico di un giocatore se ha la pelle più scura, e 3,38 volte di più di fare riferimento al suo “ritmo”.

Lo studio ha anche scoperto che il 63,33% delle critiche in negativo da parte dei commentatori in merito all’intelligenza di un giocatore è rivolto a chi ha la pelle più scura.

“Per affrontare il reale impatto del razzismo strutturale, dobbiamo riconoscere e affrontare il pregiudizio razziale”, ha commentato Jason Lee, della PFA: “Questo studio mostra un evidente pregiudizio nel modo in cui descriviamo gli attributi dei calciatori in base al loro colore della pelle”.

La ricerca di RunRepeat ha richiesto sei mesi, e si è concentrata su 20 partite di ogni campionato nella stagione 2019-2020. Ha analizzato solo il commento in lingua inglese, per evitare errori causati da traduzioni imprecise, su sette emittenti: Sky Sports, BT Sport, FreeSports, beIN Sports, TSN, NBCSN ed ESPN. L’attenzione era rivolta ai commentatori e ai co-commentatori delle partite in diretta, e non agli esperti di studio. Circa il 5% di loro è di colore.

Nei commenti analizzati da RunRepeat sono stati citati 643 giocatori e a ognuno è stato attribuito un valore di tonalità della pelle tra 1 e 20, basato su quelli assegnati nel database di Football Manager 2020, l’ultima versione del popolare gioco per pc, dalla “tonalità della pelle più chiara” alla “tonalità della pelle più scura”.

2.074 commenti sono stati raccolti e suddivisi in 11 categorie. “I giocatori – si legge nel rapporto – con tonalità della pelle più chiare dovrebbero ricevere la stessa proporzione di commenti, ad esempio sulla loro intelligenza o etica del lavoro, dei giocatori con tonalità della pelle più scura. Il fatto che ciò non avvenga su un campione di grandi dimensioni indica che vi sono pregiudizi nel modo in cui i media parlano dei giocatori in base al colore della loro pelle”.

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