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Abatantuono: «Il meglio per me è condividere. Tutto ciò che non è condiviso non ha valore»

Al Messaggero: «Non sono nato con la voglia di apparire, non ho mai voluto soffrire per lavorare. C’è chi si compra Rolex o cabrio, il mio hobby sono gli amici. Sono costosi ma è un piacere che supera tutto»

Abatantuono: «Il meglio per me è condividere. Tutto ciò che non è condiviso non ha valore»

Il Messaggero intervista Diego Abatantuono. Il 20 maggio ha compiuto 65 anni e ha festeggiato nel casale che possiede tra Romagna e Marche.

«grazie al grande intuito che mi ha fatto lasciare Milano già a fine gennaio»

Racconta che ha passato il lockdown a zappare l’orto.

«Non avevo mai fatto due mesi e mezzo da contadino, mi sono spaccato in due ma divertito e goduto il passaggio dall’inverno alla primavera».

Parla di sé, dice che non ha mai avuto troppa voglia di apparire.

«Di film ne ho girati una novantina, la mia è come la sindrome di Gianni Morandi: sembra che ci sia sempre stato. Eppure non sono nato con la voglia di apparire, non ho mai voluto soffrire per lavorare».

E spiega cos’è che lo tiene vivo: stare in compagnia.

«I 65 li ho fatti con mia moglie e i miei figli, ma io il compleanno lo festeggio tutte le sere con gli amici. In questa casa tanta gente può dormire e mangiare, le pentole sono come quelle delle caserme. Il meglio per me è condividere, non ci sono altre forme di successo. Tutto ciò che non è condiviso non ha valore. C’è chi si compra i Rolex, chi i cabrio, il mio hobby sono gli amici. Anche quelli rappresentano un certo costo, ma è un piacere che supera tutto, ed è ciò che mi è davvero mancato in questo periodo».

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