Su Repubblica Napoli. L’hashtag è #lascuolasiamonoi. I ragazzi criticano il ministro Azzolina. 46mila follower per la pagina Instagram di riferimento. Petizione con 55mila firme

Anche nell’era della didattica a distanza gli studenti possono scioperare per far sentire le proprie ragioni. Lo hanno fatto, ieri, i ragazzi delle scuole superiori napoletane, che hanno spento pc, computer e tablet e non hanno partecipato alle lezioni in programma al grido comune di #lascuolasiamonoi, hashtag rappresentativo della protesta.
Uno sciopero contro la didattica a distanza e contro il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, spiega Repubblica Napoli, colpevole, agli occhi degli studenti, di aver
«finto di non vedere e non sentire le nostre critiche sulla scuola di questi mesi e sull’esame di maturità come lei lo ha concepito».
Impossibile determinare quale sia stata la partecipazione alla mobilitazione, ma una delle pagine Instagram di riferimento dello sciopero, “nomaturita2k20) conta 46 mila followers. E la petizione nella quale i ragazzi chiedevano alla Azzolina di rivedere le linee dell’esame di Maturità è sottoscritta da 55mila firme.
Sulla pagina social gli studenti spiegano il loro gesto.
«Questo sciopero si è reso indispensabile perché, nonostante le nostre ripetute richieste, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina non ha mai accettato un confronto con noi né ha dato segno di aver valutato le nostre proposte in merito all’esame di Stato. Gli studenti devono essere necessariamente considerati come interlocutori nella discussione volta a definire le modalità d’esame. Devono essere partecipi del loro futuro».
Non solo studenti. Domani sarà la volta dei genitori, scrive il quotidiano, con mobilitazioni e sit in in diverse città italiane, compresa Napoli, organizzate dal comitato “Priorità alla scuola”, che ha raccolto oltre 85mila firme. Queste le loro motivazioni:
«La didattica a distanza non può essere proposta come la soluzione per l’avvio delle scuole nel prossimo anno scolastico. Va bene per l’emergenza, non oltre».