“Questa pandemia potrebbe essere la fine del calcio di base”

Sul Guardian scrive un Presidente di una piccola società inglese: "L'impatto economico è devastante. E ci sarà un effetto a catena sui bambini"

nelle scuole calcio papà

“Questa potrebbe essere la fine del calcio di base. L’impatto sarà terribile”. Comincia così l’articolo sul Guardian a firma Rory Fitzgerald.

Fitzgerald è il presidente del Wealdstone, uno delle migliaia di piccoli club che rappresentano il calcio “minore”, quello che anche da noi ogni domenica riempie i campi più scalcagnati, e che ogni anno cresce i talenti che un giorno arriveranno al grande calcio. Ed è uno dei club che non sopravviverà alla crisi dovuta alla pandemia. Perché se il calcio di altissimo livello (in realtà per ora solo in Germania) per ora pare l’unico sport a salvarsi dallo stop, il virus ha sta devastando il movimento sportivo di base, il cosiddetto “calcio minore”.

Fitzgerald spiega molto bene il tunnel nel quale si è infilato il pallone delle piccole società:

“Il problema principale ora è che non stiamo guadagnando che di solito prenderemmo dalle rette per gli allenamenti o dalla raccolta fondi, semplicemente perché non si gioca. Quei soldi vanno a sovvenzionare le squadre per la prossima stagione, aiutandole con le varie tasse e le competizioni. E, quando il calcio riprenderà, molti genitori saranno senza lavoro. Stavamo crescendo molti bambini prima che ci fermassimo”.

Ci sarà un effetto a catena sulla salute dei bambini in termini di aumento dei livelli di obesità e conseguenze psicologiche. Probabilmente vedremo una diminuzione dei volontari, che sono vitali nel calcio di base. Non siamo in questo sistema per produrre la prossima stella della Premier League; lo facciamo per aiutare i bambini a mettersi in forma e fare amicizia. Ma se anche la Premier League chiederà soldi, a noi non resterà nulla“.

Per Fitzgerald i grandi club della Premier dovrebbero contribuire pagando le tasse per tutte le squadre minori per la prossima stagione

“So che il calcio cambierà perché lo sto vivendo in prima persona. Il calcio fornisce la maggior parte delle mie entrate e ti ritrovi a fare domande: in che stato si troveranno finanziariamente le squadre quando si tornerà a giocare? Saranno tutti in grado di andare avanti? E se lo sono, che tipo di contratto ti verrà offerto? Potrebbe anche essere uno con meno soldi e a questo livello può essere significativo. Per un certo numero di giocatori non c’è una grande differenza tra ciò che possono guadagnare come giocatore a tempo pieno o facendo un part-timer con un altro lavoro, o lavorando a tempo pieno in un altro settore. Le persone dovranno affrontare scelte difficili”.

E ancora:

“Non voglio sentire parlare di trasferimenti che tra i club della Premier League. Tanti giocatori e club stanno lottando per la sopravvivenza e devono essere al centro del dibattito. Le spese per il mercato dovranno diminuire. Questo vale a tutti i livelli, incluso il nostro.  Sarebbe bello se la crisi portasse i grandi club a decidere di partecipare a meno tour mondiali e a fare invece più amichevoli pre-season con squadre locali. Una partita estiva contro una squadra della Premier League, con 2-3.000 biglietti venduti a 15 sterline può fare una grande differenza”.

 

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