ilNapolista

Quando Bilardo escluse Valdano dall’Argentina di Italia 90 e creò una frattura con Maradona

La Nacion ripercorre quella esclusione che ancora oggi ha del misterioso. Il ct convinse Valdano a tornare a giocare dopo due anni di stop e poi, “quando ero vicino alla riva” lo escluse

Quando Bilardo escluse Valdano dall’Argentina di Italia 90 e creò una frattura con Maradona

Lo convinse a tornare

Perché Valdano non partecipò al Mondiale in Italia nel 90? La risposta è apparentemente semplice: Valdano, complice un’epatite, si era ritirato al termine della stagione 1986-87, a 32 anni. La sua ultima squadra fu il Real Madrid. Eppure. Eppure nell’autunno del 1989, Carlo Bilardo – ct della Seleccion campione del mondo – gli disse: «Dammi sei mesi della tua vita, io ti regalerò un Mondiale».

Poche settimane dopo, precisamente il 7 novembre 1989 giorno del matrimonio tra Diego Maradona e Claudia Villafañe, arrivò la risposta di Valdano che disse: sì, ok, ci avrebbe provato. Aveva da un mese compiuto 34 anni.

La storia è raccontata dal quotidiano sportivo argentino La Naçion.

I due anni e mezzo di inattività pesavano, ma un Mondiale è un Mondiale. Valdano lavora sodo ma il 5 maggio, mentre la Nazionale è in Svizzera, deve fare i conti con una rottura fibrillare nel muscolo tibiale sinistro.

L’infortunio in Svizzera, i primi dissapori tra Diego e il Ct

Quell’infortunio, avvenuto in allenamento, contribuì a rendere ulteriormente più teso il clima nella Nazionale argentina. Maradona non aveva gradito la destinazione. Valdano aveva portato tutti sulle rive delle verdi acque del Lago di Thun, uno dei 1484 laghi della Svizzera. L’8 maggio l’Argentina avrebbe giocato contro la locale squadre di Berna. Una cornice alla Heidi: giardini, montagne isolate. Diego disse:

Sì, sono un po’ arrabbiato con Bilardo. Non può portarci in un posto così isolato. Non c’è nemmeno un negozio per comprare qualcosa. Tutto quello che abbiamo è un enorme lago. Cosa posso comprare per le mie figlie? Solo un litro d’acqua, me lo lanceranno in testa.

Diego era già teso. La vicenda Valdano non lo rendeva sereno. Lo voleva a tutti i costi al suo fianco in Italia.

In quel ritiro, Maradona disse anche altro:

Ho già deciso che questa sarà la mia ultima Coppa del mondo, anche se mia moglie non ci crede. Ho un contratto con il Napoli fino al 1993. Poi voglio giocare col Boca la migliore squadra del mondo, andare in pensione e dedicarmi alla mia famiglia. Voglio stare a Buenos Aires e viaggiare con mia moglie e le mie figlie. Tutti pensano che io conosca tutte le città e tutti i Paesi. Non è vero. Conosco solamente gli alberghi. Se farò l’allenatore? Ma per favore.

Nel frattempo Valdano, che tre giorni prima non era stato nemmeno tra i subentranti nell’amichevole con l’Austria, analizzò così la sua situazione:

Sono calmo. Questa è solo uno stop, vedremo quali conseguenze avrà. Se i tempi di recupero saranno troppo lunghi, allora addio alla Coppa del mondo. È un’ipotesi molto triste, ma sono in pace con me stesso, ho fatto tutto il possibile per esserci. Quando sfidi i tuoi limiti, a volte vinci e a volte perdi.

Dopo Berna, l’Argentina si insediò a Trigoria. E cominciarono le prime dichiarazioni sibilline di Bilardo: “Non posso lasciar perdere nulla a caso. Devo essere pronto. Sei o sette giocatori devono sempre avere il visto pronto”.

Il medico della Nazionale disse: «Le condizioni di Valdano destano preoccupazione ma oggi sono relativamente ottimista». Valdano disse: «Ci siamo dati il 20 maggio come scadenza. Se dopo il 20, il problema persiste e non posso allenarmi per 15 giorni, allora niente Mundial».

Quel colloquio “freddo”

Il sabato 19, per la prima volta in due settimane, Valdano partecipò anche alla partitella. Bilardo fece il punto della situazione: «Non posso ancora dire se sarà convocabile. Bisogna seguire l’evoluzione dell’infortunio, non si può giudicare dall’allenamento di oggi. La cosa importante, per ora, è che ha recuperato». Il limite ultimo per la lista era il 29 maggio.

Domenica 20, alle 13, la nazionale partì per Tel Aviv per giocare due giorni dopo contro Israele. Ricardo Giusti non partì. E nemmeno Valdano. Che non andò in Israele né rimase a Roma. Partì per Madrid.

Bilardo gli aveva comunicato il suo parere negativo in un colloquio che Valdano definì freddo. Al suo posto, in teoria, ci sarebbero stati Funes e Ramón Diaz. Acclamati dai tifosi e richiesti dal presidente Menem. Ma c’era il veto di Maradona sul puntero triste che giocava nel Monaco. E così fu aggregato Calderon.

Qualcosa era cambiato. Bilardo aveva detto che avrebbe aspettato Valdano fino all’ultimo. Si chiede La Naçion:

Cosa è successo tra sabato 19 pomeriggio e domenica 20 a mezzogiorno? Perché Bilardo ha anticipato la decisione di più di una settimana?

La sua spiegazione fu che «non l’ho visto in grado di affrontare un Mondiale. È andato via per problemi fisici. L’ultimo infortunio è stato decisivo. Abbiamo provato fino all’ultimo momento e ho visto che non era in grado di giocare 30 minuti con l’intensità che io reputo necessaria».

Nella Nazionale sono convinti che i guai per Valdano cominciarono il 6 febbraio quando, al Maracanà, partecipò alla partita di addio di Zico e rimase infortunato. «È stato un grosso rischio che ha pagato molto caro», disse il professore Dal Monte.

Maradona non le mandò a dire:

Sono molto triste. Bilardo avrebbe potuto dirgli il contrario e non dirgli che non avrebbe giocato nemmeno 15 minuti. Ha ucciso due persone. Una, lasciandola fuori dal gruppo, e un altro, io, nel campus. Non voglio parlarne con Bilardo. Sarebbe umiliante per Valdano come uomo.

A Tel Aviv è evidente la frattura tra Maradona e Bilardo.

L’addio di Valdano è stato un duro colpo. Si dice che anche Giusti e Tata Brown possano tornare a casa. Con loro stavamo tenendo il gruppo. Non so come me la caverò da solo.

Scrive La Naçion: “la frattura tra Bilardo e Maradona aveva raggiunto il suo picco. «L’allenatore sono io», avrebbe detto Bilardo nell’incontro con i giocatori per spiegare la sua decisione”.

Durante il volo da Tel Aviv a Madrid, Diego e il ct ebbero un lungo colloquio. All’atterraggio, Diego disse:

Bilardo sa di cosa ha bisogno la squadra. La mia tristezza è un’altra cosa. Può andare Valdano e posso andare anche io, ma domani giocheremo per gli argentini. So quanto bene Bilardo fa per i giocatori.

Mesi dopo, in un’intervista al Clarín, Valdano disse:

Ho trascorso sei mesi a nuotare e sono annegato proprio in prossimità della riva.

E ancora:

Parlo di ciò che è emerso, delle evidenze, non muoverò un dito per indagare su motivi nascosti. I sospetti non mi interessano. La  realtà sono le parole di Bilardo. Sono dolorose, ma le accetto.

Valdano negò che alla base del no di Bilardo potessero esserci la sua opposizione alla gestione della Fifa, la situazione difficile in ritiro, il suo no a finanziare il viaggio delle barra bravas (gli ultras, ben più dei nostri ultras).

La Naçion conclude così:

Sono passati 30 anni. Il mare in cui è annegata l’illusione di Valdano continua a suscitare dubbi.

ilnapolista © riproduzione riservata