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Lo pneumologo del Gemelli: «Un Cristiano Ronaldo non lo rischierei»

A La Stampa: “Ai club consiglio di pensarci bene. L’atleta professionista, se colpito da una forma grave di Covid, rischia di non tornare quello di prima”

Lo pneumologo del Gemelli: «Un Cristiano Ronaldo non lo rischierei»
Juventus' Portuguese forward Cristiano Ronaldo reacts after missing a goal during the Italian Serie A football match SS Lazio vs Juventus FC. (Hermann)

Si aspetta oramai solo l’ok del Governo per la ripresa del campionato di Serie A, ma arriva dagli pneumologi l’allerta sulle conseguenze che il coronavirus potrebbe avere su chi guarisce, calciatori compresi

La Stampa riporta le parole di Luca Richeldi, membro del Comitato tecnico e scientifico per l’emergenza coronavirus, presidente della Società italiana di pneumologia e direttore del Dipartimento di pneumologia del policlinico Gemelli di Roma, che senza mezzi termini dice

«Un Cristiano Ronaldo non lo rischierei»

Cosa suggerirebbe a un club di serie A che deve mandare in campo i suoi campioni?

«Di pensarci bene, perché anche l’atleta professionista se colpito da una forma grave di Covid rischia di non tornare quello di prima. Nessun club consiglierebbe a Cristiano Ronaldo di praticare sport estremi. Qui vale lo stesso ragionamento. Perché se una persona normale riesce a far entrare nei polmoni massimo due litri di ossigeno, un atleta arriva a 4-5. E con una fibrosi la riduzione del volume polmonare colpisce più quest’ultimo».

 

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