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La nuova moda è criminalizzare la movida. Nessuno rispetta nulla, a partire dagli anziani

Chi accusa i giovani ai baretti, non è mai andato a fare la spesa. Né ha mai visto i bambini al parco. Né si è mai posto una domanda: chi fa uscire questi ragazzi?

La nuova moda è criminalizzare la movida. Nessuno rispetta nulla, a partire dagli anziani
Milano, Fase 2 coronavirus, verso la normalita, prove di movida sul Naviglio Grande, gente sul naviglio (Maurizio Maule/Fotogramma, Milano - 2020-05-07) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

De Luca forever. Questa è una premessa necessaria e imprescindibile, perché io, come tanti altri, ho amato De Luca, ho amato il suo lanciafiamme e il suo pugno duro che senza ombra di dubbio ci ha salvat in quest’emergenza. Ho amato anche i miei concittadini, ligi più o meno nel seguire le regole, ho amato le forze di polizia che facevano i controlli, ho amato la quarantena.
Ma adesso proprio non capisco l’accanimento nei confronti della movida. Non solo da parte di De Luca, ma anche delle trasmissioni tv che riservano servizi all’aperitivo o ai giornali che hanno sbattuto in prima pagine la “folla” sui navigli.

Non c’è dubbio che bisogna rispettare le regole anche in questa fase due e che il covid non è scomparso, ma non capisco perché prendersela con i ragazzi e con la movida. In tanti continuano a postare sui social post contro i ragazzi che affollano i baretti e si accalcano senza rispettare il distanziamento sociale.

Vorrei chiedere a ciascuno di loro, a De Luca e a tutti quelli che si accodano a questa battaglia, ma siete usciti di casa? Siete andati a fare la spesa dal fruttivendolo o dal pescivendolo? Perché se siete usciti, se per caso vi è capitato di accostarvi ad un negozio di ortofrutta, che dubito sia un punto di ritrovo per i giovani e la movida, allora non potete aver visto che nessuno, proprio nessuno rispetta il distanziamento sociale e segue le regole.

Mi dicono che sono esagerata e forse lo sono, ma fare la fila dal pescivendolo cercando di schivare le persone anziane che ti si appioppano addosso è davvero un’impresa. Se fai la fila rispettando un metro di distanza, puntualmente arriva la vecchina di turno che furba si infila in mezzo. Per non parlare della mascherina. La portano per carità, ma quando bisogna parlare va spostata, perché sennò non ti sentono bene. Ed è solo qualche esempio. Volendo essere pignoli, fruttivendoli, pescivendoli e spesso anche altri negozianti non solo non usano i guanti quando servono i clienti, ma anche la mascherina la portano al collo come capo di abbigliamento.

Capisco che sono più mediatic i ragazzi ai baretti a “Falcone” o a Chiaia, ma chi è uscito dal 4 maggio, ed io l’ho fatto solo per necessità, non può non aver notato i gruppetti di anziani assiepati a chiacchierare spesso senza mascherina e sicuramente senza osservare il distanziamento. E le mamme che portano in giro i bambini sui passeggini con le mascherine al mento? Adesso so bene che lo stesso De Luca si è affidato al buon senso delle persone in questa fase due, perché è chiaro che le forze dell’ordine non possono essere in ogni luogo per controllare tutti, ma il buon senso non dovrebbe iniziare dagli adulti?

Dietro tutti questi ragazzi, perché spesso parliamo di 15enni e 17enni, ci sono famiglie, adulti, ed è con loro, prima che con i ragazzi che me la prenderei. È a loro che domanderei perché dal 4 maggio hanno deciso che fosse un “tana libera tutti”. Perché questi ragazzi improvvisamente, da un giorno all’altro hanno avuto il permesso di tornare in strada come se nulla fosse a qualsiasi ora del giorno e della notte? Alcuni di loro mi hanno enunciato la teoria del cerotto, nel senso che se si è usciti una volta, tanto vale uscire sempre: il rischio è lo stesso. Una teoria che mi lascia molto perplessa e che mi apparecome un lavarsene le mani e un modo per evitare lunghe discussioni con i propri figli che, è normale, sono ragazzi e non sempre possono capire la gravità delle situazioni e il pericolo.

Vogliamo urlare contro i gruppetti di ragazzi sui muretti? Allora perché non con i gruppi di bambini al parco lasciati liberi di giocare in massa a calcio e spesso senza mascherine? Per carità è giusto che i bambini escano come tutti, ma è necessario portarli tutti insieme al parco alla stessa ora quando ci sono decine di altri bambini e lasciarli liberi di giocare in gruppo senza mascherina? È vero, i numeri dicono che in Campania i casi sono pochi, pochissimi, ma allora o additiamo tutti o non additiamo nessuno. Vale per gli adulti, gli anziani, i bambini (i loro genitori). Non solo con la movida. No ai ragazzi come caprio espiatorio e nuovi untori.

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