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La battaglia dei tamponi. I medici sportivi: «Se non ci sono, il campionato non riparte»

Repubblica Genova segue Casasco ex Genoa e oggi presidente medici sportivi. Ha chiesto tamponi ogni 4 giorni e non vogliono fare passi indietro

La battaglia dei tamponi. I medici sportivi: «Se non ci sono, il campionato non riparte»
(foto Hermann)

Repubblica Genova segue Maurizio Casasco oggi presidente della federazione medici sportivi e in passato medico sociale del Genoa. Al di là del presunto accordo tra medici e Federcalcio, la realtà invece è di una profonda spaccatura.

Casasco “aspetta di conoscere il nuovo protocollo diffuso dal Comitato Tecnico Scientifico”. Per i medici sportivi “non è oggetto di discussione la prima parte del protocollo emanato il 3 maggio, con la firma del Comitato Tecnico Scientifico in pieno accordo con il Ministero dello Sport e con il Coni”.

Per i medici dello sporto può essere in discussione solo la logistica. “Lì ci può essere margine di trattativa, non su certi punti essenziali, come i tamponi”.

Alcuni medici della Figc, chiamati in qualità di esperti, volevano un solo tampone, 4 giorni prima dell’attività, gli uomini di Casasco si sono battuti per un tampone ogni 4 giorni e il caso del giocatore blucerchiato fa capire quanto sia necessaria questa linea di condotta. La nuova positività di per sé non è allarmante, ci può stare, proprio perché non si conosce ancora fino in fondo la natura di questo virus. Ma proprio per questo la periodicità dei tamponi è imprescindibile, la Federazione dei Medici Sportivi non intende fare passi indietro, pur riconoscendo come i tamponi siano in primo luogo essenziali per il cittadino comune. Ma, secondo una battuta che gira all’interno della Federazione, “non è che noi possiamo dire non si fanno i tamponi, perché non ci sono i tamponi. Se non esistono le possibilità, non si riprende e basta”. In diversi all’interno di Figc e Lega non la pensano così, respingono questa posizione drastica, ma è su questa guerra che si giocala partita della ripresa.

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