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La Azzolina fa retromarcia: «Didattica mista? Era solo una proposta»

Presidi e sindacati insorgono dopo le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione a Sky Tg 24. Lei interviene su Facebook. L’ipotesi della task force: a settembre, a scuola, tutti i bambini di prima elementare

La Azzolina fa retromarcia: «Didattica mista? Era solo una proposta»

Le parole del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina non sono piaciute ai presidi e neppure ai sindacati. Sabato, in un’intervista a Sky Tg 24, la Azzolina aveva parlato di possibilità di didattica mista da settembre, al ritorno in classe.

Ma dopo poche ore, dopo l’irritazione del mondo della scuola, il ministro ha fatto dietrofront su Facebook. Ha dichiarato che era solo una proposta.

«Ieri hanno fatto discutere alcune mie proposte per la riapertura di cui ho parlato in tv. Non sono decisioni già prese o imposte, sono elementi di dibattito, basati sul lavoro che stiamo portando avanti con il Comitato di esperti che sta collaborando con il Ministero per la ripresa delle attività e il Comitato tecnico scientifico che supporta il Governo dall’inizio dell’emergenza. Di questo ho parlato ieri, di proposte. Le critiche sono sempre utili, basta che non siano pretestuose».

Intanto, il presidente della task force che lavora sulla riapertura delle scuole, Patrizio Bianchi, parla di un obiettivo: portare in classe almeno gli alunni della primaria.

«Puntiamo sul riavere a scuola tutti i bambini, almeno quelli delle prime classi. Questo non significherà metterli nelle aule, comporterà una nuova didattica, quell’istruzione per piccoli gruppi che non abbiamo mai realizzato e che ora il dramma ci costringe a fare».

I piccoli della prima elementare entreranno in una classe da 10-12 alunni. Nelle classi successive si dovrà sperimentare una didattica per gruppi ristretti o che si ricompongono a seconda delle materie e degli spazi allargati a parchi, musei, teatri.

Per Bianchi, scrive il quotidiano, l’ipotesi mista web e aula è solo «lo scenario zero da cui partire».

Su Facebook lo conferma anche la ministra Azzolina:

«Ci sarebbe piaciuto poter riaprire tutto e subito, avremmo potuto inseguire un facile consenso cavalcando il malcontento di una popolazione esausta. Ma curiamo l’interesse del Paese, non il tornaconto personale. Per tornare a scuola a settembre in piena sicurezza stiamo immaginando soluzioni flessibili che si dovranno adattare alle varie fasce d’età degli studenti, alle strutture scolastiche e anche alla specificità delle realtà territoriali».

I presidi e i sindacati sono sul piede di guerra. Lamentano l’assenza di comunicazioni certe, il fatto che la didattica mista non sia affatto di semplice attuazione. E soprattutto contestano l’ipotesi dell’esame di Maturità in compresenza.

Giovedì si riuniranno in videoconferenza con la ministra.

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