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Il caso Palamara ci racconta come funziona in Italia: bisogna essere amico di tutti

Il Corsera ricostruisce la fittissima rete di relazioni densa di messaggi innocui che servono a mantenere rapporti. Attori, cantanti, allenatori della Roma (li stima tutti)

Il caso Palamara ci racconta come funziona in Italia: bisogna essere amico di tutti

Su Luca Palamara ci vide lungo Francesco Cossiga vero e proprio gigante della politica, mai osannato come meriterebbe. Ne 2008 lo definì faccia da tonno e definì l’Associazione nazionale magistrati un’associazione mafiosa. Al di là della questione strettamente politica, e per politica intendiamo anche amministrazione della giustizia, la vicenda Palamara è interessante per capire come funziona in Italia l’avanzamento sociale. Siamo molto lontani dall’“hey ragazzo, buttai nella plastica” che l’amico di famiglia suggerisce al neolaureato Dustin Hoffman durante il party in piscina. Oggi in Italia ti direbbero certamente: “buttati nelle relazioni”.

Luca Palamara, ex membro del Csm ed ex presidente dell’Anm, è indagato per corruzione. Ma non è questo il punto. Oggi il Corriere della sera pubblica un illuminante articolo di Virginia Piccolillo. Palamara, che in teoria farebbe il magistrato, ha rapporti con tutti: da Antonello Venditti (col quale parlano di politica: “Mattarella uno di noi” e di calcio: “Perché alla Roma non prendiamo Higuain?” gli chiede il cantante) a Claudio Baglioni, ovviamente Raoul Bova (il caso è già emerso), all’ex calciatore Giuseppe Giannini che si informa su come eventualmente potrebbe entrare nello staff della Nazionale diretta da Ancelotti. E, attenzione, c’è anche Anna Kanakis: da lassù Francesco Cossiga certamente non avrà gradito.

L’articolo ha come obiettivo proprio evidenziare la fitta trama di rapporti, con messaggi privi di qualsiasi importanza non diciamo a sfondo penale ma nemmeno per le chiacchiere da bar. Però tiene in piedi un rapporto, perché non si sa mai. Questo è l’altro passaggio chiave: “tieni i rapporti perché non si sa mai”.

Il Corriere racconta di uno scambio con Luca Zingaretti invitato da Palamara a «una iniziativa su Borsellino» e che teme perché stanno già leggendo i brani che lui aveva preparato. Su WhatsApp Palamara lo tranquillizza «Per fortuna non lo ascolta nessuno».

Palamara scrive a Neri Marcoré:

«Carissimo Neri, miei colleghi di Bologna volevano mettersi in contatto con te per invitarti ad un evento. Posso dargli il tuo recapito?».

Poi ci sono i biglietti che chiede ad Abete per gli Internazionali di tennis di Roma. Ma questo è il minimo: in Italia se paghi per un biglietto, sei socialmente considerato un poveraccio, un signor nessuno. Uno che non è in grado di farsi dare due biglietti omaggio, come può essere in grado realizzare qualcosa nella vita. Tua moglie, i tuoi figli, la tua amante o il tuo amante, ti guarderebbero sdegnati e comincerebbero a ripensare alle loro scelte.

A Palamara non sfugge niente. Evidentemente – immaginiamo – non sta mai con l’acqua alla gola col lavoro, sommerso dalle carte.

Fa gli auguri a Malagò quando viene nominato commissario straordinario della Lega Serie A.

Tifa Roma e ha una buona parola per tutti gli allenatori della Magica. A Ranieri, appena dopo la firma nel 2019, scrive: «Forza Claudio!!!». Con Di Francesco si rammarica dopo l’esonero:

Caro Eusebio purtroppo siamo incredibilmente bravi a bruciare tutto e anche le cose più belle. Un abbraccio forte e grazie per tutto quello che hai fatto certo che per te il bello deve ancora venire.

Il 5 novembre 2019 scrive a Montella, non si sa mai: «Siamo tutti contenti se vieni a Roma un abbraccio!!!!». E tiene una porta aperta con Luciano Spalletti passato all’Inter ma che torna all’Olimpico per un match:

«Appartengo a quelli che saranno felici di riaverti qui a Roma, dove hai dimostrato di essere il più forte».

È stato pure sfortunato visto che alla fine è arrivato Fonseca. Palamara avrà avuto anche il suo di numero. Li ha tutti.

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