“Non l’ho deciso io ma l’ho messo ai voti. C’è una parte consistente che non ritiene di poter andare avanti perché non ci sono le condizioni”
Il presidente della Lega Pro, è intervenuto ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli:
“Io avrei voluto già giocare perché vorrebbe dire che il Paese sta meglio. Purtroppo si ragiona solo per numeri, specialmente sulla Serie C”.
Sul Protocollo
“I 60 medici ci hanno dato la visione delle difficoltà nelle 60 società. In primis la struttura medica. Non abbiamo strutture per ospitare tutte le persone che dovranno fare l’analisi per fare il gruppo chiuso. Se pensiamo ad un albergo aumenteremmo i costi”.
Sui problemi in alcune Regioni
“E poi abbiamo più ‘Italie’. In Calabria, ad esempio, ci sono difficoltà di reperimento di tamponi e analisi, quindi pensate ai nostri 4 club calabresi. Poi bisogna aggiungere le tante squadre che abbiamo nei crateri del virus. Tutti questi elementi, congiunti ai posti, rendono impraticabile l’attuazione del protocollo. Se si gioca il campionato è tutto a posto, quella è la classifica. Ma se non si gioca qualsiasi soluzione si troverà avrà dei problemi, non si otterrà mai l’unanimità dei consensi. Si aprirebbero contestazioni”.
Nessuna speranza?
“Sì, e non l’ho deciso io ma l’ho messo ai voti. Se avessero votato tutte le 28, avrebbero avuto la maggioranza nell’Assemblea. Invece hanno votato in 16. Questo vuol dire che c’è una parte consistente che non ritiene di poter andare avanti perché non ci sono le condizioni.
Sulla ripartenza della Serie A?
“Fin quando non ci sarà la pronuncia dell’autorità scientifica non posso essere né ottimista né pessimista circa una ripartenza”.