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Emre Can: «Fa male giocare senza pubblico, ma dal punto di vista del gioco cambia poco»

L’ex Juve, ora al Borussia, in un’intervista alla Faz: “Veniamo sempre criticati per i nostri stipendi, ma che cosa abbiamo fatto di male?»

Emre Can: «Fa male giocare senza pubblico, ma dal punto di vista del gioco cambia poco»

Emre Can ha lasciato la Juventus ed è tornato a giocare in Bundesliga. Per giocare, proprio. E ora che il campionato tedesco è l’unico davvero in campo, il centrocampista parla della straniante sensazione di farlo senza pubblico: “Ci sono sicuramente giocatori che beneficiano molto quando gli spettatori sono allo stadio. E ci sono colleghi che si allenano perfettamente per un’intera settimana, ma poi quando arrivano in uno stadio pieno di gente diventano insicuri. Fa male giocare senza pubblico, ma dal punto di vista del gioco non cambia molto“.

Ma soprattutto Emre Can alla Faz parla del clamoroso burrone comunicativo nel quale s’è infilata l’immagine del calciatore durante la crisi sanitaria. I calciatori pensano solo ai soldi, dice la gente.

“Quale settore professionale ha donato di più nella crisi? E quando vedo che il Borussia da solo ha supportato finanziariamente più di 30 progetti… Per favore, non fraintendetemi: nessuno vuole applausi. Dovrebbe essere tutto così. Quello che voglio dire però è che tutte le discussioni sul calcio riguardano sempre il nostro stipendio. ‘Uno guadagna così tanto, l’altro così…’. Ma cosa abbiamo fatto di sbagliato? La stragrande maggioranza di noi osserva le regole come qualsiasi altro cittadino. I calciatori hanno donato molti milioni, alcuni vogliono aiutare, fare del bene, anche se non ne parliamo sempre. Ma non ci possiamo fare nulla. In questa fase difficile possiamo solo dimostrare che siamo pronti a restituire qualcosa. La maggior parte dei professionisti lo ha fatto. Ma se vieni criticato quando rendi pubbliche le tue donazioni, e sei criticato anche se non dici nulla del tuo impegno, in pratica sbagli sempre”.

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