El Pais: i calciatori in missione come l’Apollo 13, temono di schiantarsi

“Il ritorno del calcio è un formidabile esperimento. Niente nello sport può essere paragonato al suo peso brutale, costretto a fungere da ombrello generale"

apollo

Il calcio è un pianeta a parte. Il calcio maschile, e solo quello d’elite. Riprende prima di tutto, a dispetto di tutto: va in missione esplorativa per conto del resto della società, affrontando paure e pericoli come l’Apollo 13. In un editoriale di Santiago Segurola El Pais azzarda la metafora spaziale per ben rappresentare l’unicità del pallone di fronte alla pandemia: “il calcio tornerà sotto la gigantesca lente d’ingrandimento televisiva, non senza obblighi che lo pongono come un esempio per lo sport, l’industria dell’intrattenimento e chissà di quante altre cose. Il suo ritorno è un formidabile esperimento. Una missione a tutti gli effetti. I calciatori hanno appena iniziato un’esperienza che li porta verso un territorio tanto inquietante quanto sconosciuto”.

El Pais scrive che Javier Tebas, il Presidente della Professional Soccer League, “ha detto che il resto del campionato verrà giocato e ha respinto qualsiasi pericolo. Ha considerato trascurabile il numero di positivi rilevati – “pensavamo che sarebbero stati circa 30”, ha detto – tra i 2.500 test effettuati, ha assicurato che i giocatori sarebbero stati analizzati prima di ogni partita e ha quasi etichettato la Prima Divisione come una bolla impenetrabile. “Se c’è qualche rischio per i giocatori, è più facile per loro trovarlo nelle loro case”.

Il piano spagnolo per la ripresa prevede cose come l’imposizione di viaggiare da soli in macchina, di ritirare i vestiti alla porta del centro sportivo e restituirli dopo gli allenamenti, di non poter fare la doccia negli spogliatoi, di non potersi allenare con i compagni. “In breve, si trovano in un elemento innaturale che li avverte della natura minacciosa di ciò che viene loro presentato. La paura della covid-19 è reale e le autorità sanitarie hanno il compito di enfatizzarla incessantemente. Alcuni paesi non seguono il modello spagnolo, portoghese, italiano, inglese e tedesco. La Francia, le cui statistiche nella pandemia sono abbastanza simili a quelle della Spagna, ha chiuso il campionato per ordine del governo. In Spagna giocheranno gli uomini, ma non le donne”.

Il punto è che “niente nello sport può essere paragonato al peso brutale del calcio, superato in qualche modo dal suo significato e costretto a fungere da ombrello generale. Nel mezzo di questa gigantesca crisi, ha dovuto grattarsi le tasche per contribuire con 200 milioni di euro allo sport spagnolo, un accordo interpretato da molti come una leva sul governo. Da allora, la Liga non ha praticamente più incontrato ostacoli sulla strada della ripresa”.

“Questa versione inesplorata del calcio lo pone su un terreno molto difficile. Ritorna in campo come l’Apollo 13 tornò dalla sua angosciante missione sulla Luna nel 1970, temendo di schiantarsi al rientro nell’atmosfera. Allora tutto andò bene. Speriamo che accada la stessa cosa ora”.

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