Le sue dirette sono più seguite di quelle di Trump. Si è comprato uno smartphone. È bravissimo a fiutare i temi e a cavalcarli con linguaggio da sceriffo
Sul Corriere della Sera un interessante pezzo dedicato alla strategia comunicativa del governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Una strategia decisa dal solo presidente della Regione. Dietro di lui non c’è nessuno, solo lui stesso. E punta diritto alla riconferma del mandato.
“Lo «Sceriffo» si compra lo smartphone e punta alla riconferma, anche investendo oltre 2 mila euro a settimana per sponsorizzare i suoi post su Facebook“.
Fino a settembre scorso, la strategia di De Luca era ancora vecchio stampo, fatta “di piazza e strette di mano”.
“Ma De Luca, 71 anni, dietro le quinte aveva avviato una «macchina» comunicativa per «digitalizzare», attualizzare, il suo consenso attraverso social e dirette tv (centellinate) per creare attesa”.
In piena pandemia, De Luca ha spinto la sua “macchina” ai massimi regimi, come conferma al Corriere una fonte interna alla Regione.
«Stiamo raggiungendo numeri da politica Usa».
Il 19 aprile scorso, quando De Luca si è lanciato su Facebook nella difesa della Campania dagli arrivi dal Nord di possibili contagiati, in diretta a seguirlo c’erano 113 mila utenti contro i 69.553 della diretta social di Donald Trump dalla Casa Bianca.
Dietro a De Luca, scrive il quotidiano, non c’è nessun altro. Decide lui.
“In tanti, a fronte di questi numeri, hanno giustificato questo successo ad una «Bestia» social alla Salvini, ma di stampo deluchiano. Il Corriere ha consultato più fonti. Ma il risultato è stato che dietro a De Luca non sembra esserci alcun super consulente con maxi team digitale (alla Luca Morisi per la Lega, per intendersi). A Palazzo Santa Lucia c’è una squadra di 4-5 persone che si occupa anche di questa parte: «Dietro De Luca c’è De Luca, ve lo assicuro — raccontano dalla sede della Regione Campania —. Noi abbiamo solo preparato la “macchina” e poi è il governatore a guidarla»”.
Un governatore, continua il quotidiano,
“che non parla praticamente mai al telefono con giornalisti e di affari politici con i suoi interlocutori. Ma che, pur essendo rigorosamente vecchio stampo, ha capito che per vincere doveva per forza cambiare marcia: «Fino a poco tempo fa aveva ancora un vecchissimo cellulare — ci raccontano ancora —, ma ora che si è comprato uno smartphone e ha imparato anche a smanettare su Facebook»”.
La fonte della Regione spiega i segreti del boom comunicativo.
«De Luca salta la mediazione degli interlocutori e parla direttamente alla gente veicolando il messaggio che vuole lui. In più parla poco e in appuntamenti prefissati: crea attesa, insomma. E questa è la chiave del suo successo a Lira Tv, la televisione locale attraverso cui parla il venerdì alle 14.30, ormai un appuntamento fisso per tanti».
Ma, soprattutto, è bravo a fiutare quali sono i temi da cavalcare con il “suo linguaggio da «Sceriffo pop», come quando ha parlato del «lanciafiamme» da usare contro le feste di laurea o degli «occhiali color pannolino» di Matteo Salvini.
Siparietti che lo hanno fatto finire anche in un videoservizio della tv giapponese.
«In questo modo crea attesa, attenzione e interazione da parte dei cittadini, che in linguaggio di analisti social significa: creare engagement, chiave di tutto su Facebook».
Grazie a questa strategia comunicativa, oggi De Luca è diventato un candidato difficile da battere.
“Tanto che, nei giorni scorsi, Nicola Molteni (coordinatore della Lega in Campania) ha ammesso: «Dobbiamo trovare un nuovo candidato al posto di Stefano Caldoro», evidenziando che altrimenti il centrodestra rischierebbe una disfatta”.