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Coronavirus, il condivisibile stupore del Valencia. Da irresponsabile le azioni e le parole di Gasperini

Ha candidamente ammesso di avere avuto a Valencia, e il giorno prima, i sintomi del coronavirus. Perché non si è autodenunciato? La Gazzetta non glielo ha chiesto

Coronavirus, il condivisibile stupore del Valencia. Da irresponsabile le azioni e le parole di Gasperini
Gasperini (Photo Hermann)

È impossibile dare torto al Valencia che questa sera ha espresso la propria sorpresa per l’intervista concessa da Gasperini alla Gazzetta dello sport. Con candore che sfocia nell’irresponsabilità, l’allenatore dell’Atalanta ha confidato alla Gazzetta che lui è stato male sia il giorno prima sia il giorno stesso di Valencia-Atalanta. Ha avuto gli stessi sintomi del coronavirus come poi evidenziato dai test sierologici che ha recentemente effettuato. Ha detto di non essersi sottoposto ad alcun tampone.

«Il giorno prima della partita di Valencia stavo male, il pomeriggio della partita peggio. In panchina non avevo una bella faccia. Era il 10 marzo. Le due notti successive a Zingonia ho dormito poco. Non avevo la febbre, ma mi sentivo a pezzi come se l’avessi avuta a 40. Ogni due minuti passava un’ambulanza. Lì vicino c’è un ospedale. Sembrava di essere in guerra. Di notte pensavo: se vado lì dentro, cosa mi succede? Non posso andarmene ora, ho tante cosa da fare… Lo dicevo scherzando, per esorcizzare. Ma lo pensavo davvero».

«Mi sono sentito bene, forte. Il peggio era passato. Il giorno dopo Vittorio, chef stellato tifoso della Dea, ci ha fatto arrivare 25 colombe e Dom Perignon del 2008, anno di grazia. Lo assaggio e dico: “Ma questa è acqua…”. Tullio (Gritti, secondo del Gasp) mi guarda storto: “Scherzi? E’ una delizia”. La colomba mi sembrava pane. Avevo perso il gusto. Così Tullio e Marcello, il nostro fisioterapista, si sono mangiati 25 colombe… Sono rimasto tre settimane a Zingonia. Poi a Torino ho sempre rispettato il distanziamento da moglie e figli. Senza febbre non ho mai fatto il tampone. Dieci giorni fa i test sierologici hanno confermato che ho avuto il Covid-19. Ho gli anticorpi, che non vuol dire che ora sono immune».

Colpisce che nemmeno il giornalista della Gazzetta gli abbia chiesto come mai non si fosse autodenunciato, mettendo così a rischio tante persone come ha scritto il Valencia. Francamente un cortocircuito assurdo, difficile da definire. Bergamo ha pagato un prezzo altissimo a questa pandemia. Constatare una simile leggerezza dopo uno delle tragedie più gravi che che hanno colpito l’italia, lascia sconcertati.

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