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Castellacci: “Avrei preferito evitare di giocare alle 16.30, fa troppo caldo”

A Radio Kiss Kiss Napoli: “Sarebbe stato bello sin dall’inizio fare un solo tavolo di confronto, evitando passaggi, ratifiche, confronti. Avvertiamo molto la responsabilità dei medici, ma non quella della Federazione”

Castellacci: “Avrei preferito evitare di giocare alle 16.30, fa troppo caldo”

A Radio Kiss Kiss Napoli è intervenuto Enrico Castellacci, presidente dei medici sportivi italiani ed ex medico sociale della Nazionale italiana.

“Tutti aspettano con ansia una data. Tutti i tecnici, gli operatori, i preparatori atletici, e i calciatori. Sarebbe fondamentale per programmare gli allenamenti. Io credo che il 28 questa data debba uscire perentoriamente, non penso ci saranno ulteriori ritardi. Sarebbe stato bello che sin dall’inizio si fosse teso a sburocratizzare, facendo un solo tavolo di confronto, evitando passaggi, ratifiche, confronti. Serviva solo buon senso. Avvertiamo molto la responsabilità dei medici, ma non avvertiamo quella della Federazione. Questo ci lascia un attimo perplessi. Mi auguro che questo serva da esperienza. I medici del calcio hanno dalla loro la professionalità ma non hanno pressione mediatica, non hanno aiuti politici. D’ora in poi il binomio preparatore-medico, sarà fondamentale per le squadre, per i recuperi e per ridare tono agli atleti”.

Castellacci ha ribadito che sarebbero essenziali quattro settimane di lavoro prima di tornare a giocare.

Quattro settimane di lavoro? Sarebbero essenziali. Tre settimane sarebbero il minimo, quattro il giusto! Ho delle perplessità per quanto riguarda il protocollo e la sua applicabilità per delle squadre di Lega Pro e Serie B. Mi domando come possa ripartire il campionato di Lega Pro se queste linee guida non possono essere applicate”.

Sull’aspetto psicologico riferito ai calciatori.

“Aspetto mentale dei calciatori? È una componente estremamente importante. Ovviamente i calciatori hanno tutte peculiarità differenti e ognuno affronterà la cosa diversamente. Con il campo, il profumo dell’erba, riusciranno a superare queste paure”.

Il medico ha poi espresso perplessità sull’orario delle partite alle 16:30.

È difficile giocare a quell’ora perché in estate fa molto caldo. Mi ricordo il mondiale in Brasile, giocammo con un tasso di umidità del 90% all’1,00 del pomeriggio. Sono climi difficili da sopportare. È un orario che avrei evitato puntando su altre fasce orarie”.

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