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Caligiuri (Schalke): «Chi non è carico per giocare, fa il lavoro sbagliato»

Al Giornale: “Non credo che alla lunga il gioco cambi molto: su angoli e punizioni ci saranno i soliti assembramenti, i contatti resteranno duri”.

Caligiuri (Schalke): «Chi non è carico per giocare, fa il lavoro sbagliato»

Oggi la Bundesliga riparte, primo grande campionato europeo a farlo. Michael Zorc, direttore sportivo del Dortmund, prima squadra a scendere in campo, oggi, ha detto chiaramente che nessuno dei suoi giocatori deve sentirsi costretto a giocare.

«Chi non se la sente è libero di non giocare. La mia impressione in realtà è che abbiano tutti una gran voglia di riprendere a giocare, ma se qualcuno fosse preoccupato o spaventato ci occuperemmo di lui».

Il Dortmund oggi incontrerà lo Schalke di Daniel Caligiuri. L’esterno italo-tedesco è convinto, come Zorc, che non ci siano giocatori spaventati dalla ripresa. Lo dichiara a Il Giornale.

«Chi non è carico, dopo questo periodo, evidentemente fa il lavoro sbagliato».

E ha aggiunto:

«I giorni trascorrono in maniera completamente diversa. Ci svegliamo, ognuno nella propria stanza singola, facciamo colazione restando isolati… Possiamo regalare un po’ di relax alle persone che ancora non possono lavorare o hanno difficoltà».

Non è però scontato né facile, per i giocatori, attenersi alle indicazioni del protocollo.

«Ogni tanto a qualcuno può sfuggire qualcosa, ma quando succede è giusto che il resto del gruppo faccia notare gli errori. Vogliamo finire il campionato, per questo è importante che tutti rispettino le regole. Dopo i gol è naturale voler abbracciare gli altri, ma spero che si riesca a rispettare le indicazioni evitando per quanto possibile abbracci e contatti».

Sulle partite a porte chiuse:

«Il derby di solito è sinonimo di stadio pieno, euforia, motivazioni, entusiasmo… Giocare a porte chiuse è triste, ma se non ci sono alternative dobbiamo comunque trovare dentro di noi le motivazioni per far bene. Mi mancano i tifosi, anche nell’atmosfera che di solito si respira in città nei giorni precedenti alla partita. Non credo però che alla lunga il gioco cambi molto: su angoli e punizioni ci saranno i soliti assembramenti, i contatti fisici con gli avversari resteranno duri».

 

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