L’editorialista di Repubblica: “Il calcio sottovuoto è impossibile. Non avranno mai il 100% del controllo e della sicurezza. Per riaprirlo bisogna prendersi la responsabilità e rischiare”

“Cosa succederebbe oggi se Suarez mordesse ancora Chiellini o Totti sputasse ancora addosso a Poulsen?”.
L’infinita bega protocolli va superata, se davvero si vuole che il calcio riparta. Lo dice Fabrizio Bocca nella sua rubrica su Repubblica.it. Visto che ormai il trend è quello e si fa fatica a farsene una ragione, allora tanto vale affrontare le cose per quelle che sono. E per Bocca, “un calcio sotto vuoto” non può esistere:
“Il calcio non avrà mai il 100% del controllo e della sicurezza. Per riaprirlo bisogna prendersi la responsabilità e rischiare. Nessun calciatore può controllarsi più di tanto durante una partita, ad un certo punto non sarebbe nemmeno calcio, ma una pratica burocratica, tanto vale giocarsela alla Playstation o a Subbuteo. Come si fa a sigillare tutto? Il calcio italiano vuol giocare tutto.” “Dobbiamo arrenderci ad un’idea di fondo, il rischio di diffusione esisterà sempre. Non possiamo pensare di tenere sottovuoto pneumatico mille e passa persone, è impossibile. Possiamo anche mettere la mascherina al pallone, ma se rivogliamo il calcio dobbiamo prenderci rischi e responsabilità”.