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Benitez ricorda Milan-Liverpool 15 anni dopo. «Ma la vittoria cruciale fu contro la Juventus»

L’ex tecnico del Liverpool scrive a The Athletic: “Lo 0-0 contro i bianconeri fu un capolavoro tattico che ci lanciò verso la finale col Milan”

Benitez ricorda Milan-Liverpool 15 anni dopo. «Ma la vittoria cruciale fu contro la Juventus»

 

“Se vinci 5-0, tutti sono contenti. Se vinci 1-0 all’ultimo minuto, fantastico. Ma così? Lo ricorderanno tutti per sempre”.

“Così” è la finale Champions del 2005, la famigerata “notte di Istanbul”, quella in cui il Liverpool di Benitez recuperò tre gol al Milan per poi batterlo ai rigori.

L’ex tecnico del Napoli scrive il ricordo di quella sera di 15 anni fa per The Athletic, e si sofferma su una tappa “cruciale” del cammino verso il titolo: la Juventus.

Il quarto di finale contro la Juventus è stato enorme. Era una squadra molto forte, con grandi giocatori come Buffon, Cannavaro, Thuram, Emerson, Camoranesi, Del Piero, Zambrotta, Nedved e Ibrahimovic. Vincemmo 2-1 ad Anfield e la Juve era convinta di poter ribaltare il risultato. A loro sarebbe bastato l’1-0.

Benitez racconta il capolavoro tattico che ci volle per portare a casa la qualificazione:

Steven Gerrard era infortunato. Didi Hamann non non poteva giocare. Xabi Alonso rientrava proprio quella sera da tre mesi di stop. Lo piazzai a centrocampo, centrale in un 5-3-1-1 e gli dissi: stai lì, non muoverti, non devi correre. Sapevo che non era in forma. Sapevamo anche quanto sarebbe stato difficile. Giocavamo contro una squadra pericolosa che avrebbe vinto nuovamente la Serie A. Capello giocò con Del Piero e Ibrahimovic in attacco,  Nedved dietro, e così noi cambiammo- Passammo a cinque in difesa per provare a controllarli. Non era un sistema a cui eravamo abituati – generalmente giocavamo col 4-2-3-1 – ma disputammo un’ottima partita, di grande organizzazione, cercando di giocare in contropiede. Finì 0-0. Per me fu quella la partita cruciale.

Riguardo alla finale, Benitez racconta un aneddoto:

Penso ancora a quando, prima della partita, nell’hotel aspettavamo uno degli ascensori che ci avrebbe portati nell’atrio. Dicevo: “Se arriva questo ascensore, vinceremo 1-0. Se invece arriva quell’altro pareggeremo, quell’altro ancora perderemo. Se invece arriva questo vinceremo ai rigori”. Non ci sono premi in palio per indovinare quale dei tanti arrivò effettivamente. Quella fu una notte di alti e bassi e quindi la storia degli ascensori mi sembra più che appropriata.

Benitez ricorda cosa avvenne nell’intervallo, quando il Liverpool era sotto 3-0, e ci fu la svolta:

“Quando concedi un primo gol e un secondo gol, devi pensare a cambiare qualcosa. E se ne concedi un terzo? Beh, allora devi assolutamente cambiare e questo fu molto chiaro. Dissi a Pako Ayestaran, il mio assistente, “farò un discorso nell’intervallo alla squadra, passeremo a tre dietro per avere un giocatore in più a centrocampo. Vai a fare il riscaldamento con Hamann”. Ai giocatori provai a fare infondere fiducia: cerchiamo di segnare subito, torniamo in partita. Questa era la cosa principale. In altre circostanze, avresti potuto pensare alla limitazione del danno ma quella era una finale. Devi provarci”.

 

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