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Il coronavirus ci ha lasciato solo con i social

Ha definitivamente chiuso teatri, cinema, concerti ed esibizioni artistiche. Insomma questo virus ha spazzato via il canale culturale e ha messo sul lastrico migliaia di artisti

Il coronavirus ci ha lasciato solo con i social

Gli effetti collaterali del Covid-19 in un Paese che già faticava a riemergere culturalmente, sembrano devastanti. Fateci caso, l’emergenza pandemica ha portato alla chiusura degli istituti scolastici, alla chiusura delle attività sportive e dunque del primo range di aggregazione e socializzazione per bambini e ragazzi. Ha definitivamente chiuso teatri, cinema, concerti ed esibizioni artistiche. Insomma questo virus ha spazzato via il canale culturale e ha messo sul lastrico migliaia di artisti e ha privato i cittadini della possibilità di fruire di un fondamentale antidoto alla manipolazione di massa.

Il Covid se da un lato ci ha letteralmente privati della libertà, dall’altro ci toglie anche la via di fuga che l’arte offre. Sembra perfetto per quelle mire totalitaristiche che puntano al controllo e alla sottomissione culturale di un popolo. Musica, cinema e teatro ed i loro protagonisti bloccati dietro ad una fotocamera a singhiozzare per tenersi vivi ma che rappresentano la morte lenta della cultura. Se la televisione prova a lenire la mancanza offrendo programmi di basso profilo e intrattenimento selezionato, l’altro Paese perde la possibilità di scelta. Il Covid ha abbattuto un sistema resistente e vivo che faceva da contrappeso ad una arroganza mainstream che non accetta voci fuori dal coro.

E cosi mentre Barbara D’Urso impera con la sua fastidiosa e superficiale litania nazional-popolare, dall’altra gli orfani della libertà di scelta sono costretti a vedere chiusi i sipari liberi. Siamo soli con i social che hanno evidenziato la grande diffusione di analfabeti funzionali ( per citare Umberto Eco) e poca conoscenza, stanno trasformando il Paese in un mostro privo di coscienza critica. E’ necessaria una riflessione anche per tutelare una categoria, quella degli attori soprattutto, che vive e vivrà insieme a tutti gli addetti ai lavori un periodo nero e buio, cosi come nero e buio sarà il futuro nostro se saremo costretti ancora per tanto tempo, a fare a meno della possibilità di andare a teatro, al cinema, ad un concerto.

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