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Barbacetto: l’ospedale in Fiera è la disfatta della Milano da bere di Gallera e Fontana

Sul Fatto. I due sono riusciti nella titanica impresa di aver distrutto l’eccellenza sanitaria lombarda. Hanno tirato dritto, fregandosene dei pareri degli esperti. Ed ecco i risultati

Barbacetto: l’ospedale in Fiera è la disfatta della Milano da bere di Gallera e Fontana

Gianni Barbacetto torna a colpire (e affondare) la gestione che la Regione Lombardia ha fatto dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Lo fa sulle pagine del Fatto Quotidiano dove nei giorni scorsi aveva già dichiarato che Fontana e Gallera avevano mortificato il suo orgoglio nordista. Applaudendo, di converso, il governatore della Campania Vincenzo De Luca.

Oggi i suoi strali sono diretti all’Ospedale della Fiera di Milano, l’ultima invenzione del trio Fontana-Gallera-Caiazzo (direttore generale della Regione Lombardia).

I tre hanno puntato tutto su questa ennesima cattedrale nel deserto, scrive, per

“cercare di far dimenticare la terribile, epocale disfatta di quella che veniva narrata come l’“eccellenza sanitaria lombarda””.

Dopo aver

“persa ignominiosamente, a monte, la battaglia di Caporetto, ha puntato tutto sull’intervento, a valle, dell’ospedale Covid della Fiera. La linea del Piave. Non abbiamo saputo fermare i contagi alla partenza, ma facciamo un super-hub della terapia intensiva per ospitare e salvare i contagiati”.

Un’operazione anche

“d’immagine, alla milanese, con gran lavorio delle pierre e degli esperti di comunicazione, annunci mirabolanti e rotonde promesse, numeri sparati al rialzo, San Bertolaso come nume tutelare, grandi firme come finanziatori, Cracco in cucina sorridente come nello spot della Scavolini, inaugurazione tecno-glam. Ma chi si loda s’imbroda, o –come dicono a Milano –“Fa no il bauscia!””.

Il governatore Fontana aveva annunciato un super-ospedale da 600 posti, poi gradualmente ridotti, fino a diventare 157.

“Oggi i posti pronti sono 53, i pazienti sono dieci (10). Spesa 21 milioni di euro. Era il 12 marzo quando Gallera aveva lanciato la sfida: “I cinesi a Wuhan ci hanno messo dieci giorni a costruire un ospedale? I lombardi ne impiegheranno sei”. Sarà inaugurato il 31 marzo (19 giorni dopo) e i primi tre (3) pazienti arrivano il 6 aprile (25 giorni dopo). È finito comunque fuori tempo: in questi giorni le terapie intensive si svuotano (per fortuna, e speriamo non tornino ad affollarsi)”.

Sin da subito, continua Barbacetto, molti specialisti avevano sconsigliato di costruire l’ospedale.

“Qualcuno racconta che il professor Alberto Zangrillo se ne sia andato da una riunione in Regione sbattendo la porta”.

Intanto, senza troppo clamore né glamour, a Bergamo è sorto l’ospedale degli Alpini, con 140 letti e tutti gli ospedali hanno incrementato i posti di terapia intensiva.

“Il trio Fontana-Gallera-Cajazzo ha fatto invece l’ospedale glam della Fiera, che sarà studiato come case history della disfatta nella nuova Milano da bere”.

 

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