Lettera del presidente dell’assocalciatori: “Chi pensa di avvantaggiarsi facendo allenare i suoi tesserati, non so cosa abbia in mente”
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“Chi pensa di avvantaggiarsi facendo allenare i suoi tesserati, non so cosa abbia in mente. Allenarsi ora, due mesi prima della ripresa del campionato, però non ha senso. Ed è pure pericoloso”.
Damiano Tommasi scrive una lettera aperta, pubblicata sul sito dell’assocalciatori, per ribadire un concetto che a quanto pare non è ovvio sul pianeta calcio. Quello dove si fanno i tamponi di massa, anche agli asintomatici, e dove invece di fare la quarantena si consente di partire per tornarsene a casa. Ma soprattutto dove si pensa coi paraocchi a quando si tornerà a giocare, e soprattutto ad allenarsi:
“Come hanno fatto gli inglesi, trovo più corretto dire che non si riprenderà fino a una certa data, piuttosto che indicare un giorno. Questo è il momento di vivere alla giornata anche perché il dato dei decessi è agghiacciante. In Spagna il Valencia ha il 35 per cento di contagiati e questo vuol dire che il calcio deve prestare grande attenzione a quello che fa. In Spagna ci sono decine di giocatori positivi, mentre in Italia magari non tutti hanno fatto il test e ci sono più asintomatici di quelli che si pensa. La curva dei contagi adesso non dà tregua. Pensiamo a stare in casa. Tutti, nessuno escluso. Il rinvio dell’Europeo aiuterà e magari ci permetterà di concludere i tornei nazionali. Siamo in contatto diretto con i calciatori contagiati e con i nostri consulenti medici. Ci stiamo ponendo il tema delle conseguenze che questo virus lascerà sui corpi dei contagiati e degli asintomatici. Non è una cosa da sottovalutare o da banalizzare una polmonite di questo tipo”.
Tommasi parla anche del possibile taglio di stipendi per i calciatori: “I primi interessati alla sostenibilità del sistema calcio sono gli stessi calciatori e tutte le persone che ci lavorano. Siamo consapevoli che quello inerente i contratti sia un tema da affrontare, ma non adesso. Prima vanno quantificati i danni e questo procedimento è possibile solo quando sapremo se la stagione finirà o no. Il problema del taglio degli stipendi va posto a tempo debito. L’AIC non può imporre ai calciatori di accettati eventuali tagli” –
“Possiamo dare una linea, ma sulle rinunce decidono i singoli. Noi troviamo un’intesa sull’accordo collettivo e sul minimo federale di 30.000 euro lordi all’anno che è molto usato in Lega Pro. Non capisco che tipo di accordo ci propongono anche perché, ripeto, non siamo in grado di obbligare gli associati ad accettarlo. Siamo d’accordo con la Lega dì anticipare le ferie estive e di considerare questi giorni come vacanze per ridurre le ferie a luglio. Su questo nessun problema. Sugli stipendi vedremo…”.