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A Napoli l’odissea di un ragazzo con 39 per un tampone. I calciatori lo fanno anche senza sintomi. Perché?

Stride la differenza tra i comuni mortali e i privilegiati, entrambi però alle prese con la stessa emergenza sanitaria. Non si capiscono le linee guida adottate

A Napoli l’odissea di un ragazzo con 39 per un tampone. I calciatori lo fanno anche senza sintomi. Perché?

Siamo solo a tre giorni dalla notizia del primo calciatore della Serie A, Rugani, positivo al coronavirus, è già siamo a quota 9. In molti si interrogano, accusano le autorità dello sport che hanno lasciato che si giocasse per l’aumento di questi contagi. Ma, lungi dal non voler essere solidali con tutti coloro che purtroppo sono ammalati, la domanda che viene spontanea è, perché per i calciatori i tamponi sono così semplici?

È di oggi la notizia riportata da Repubblica Napoli di un ragazzo con 39 di febbre da due settimane, prima che il medico di base chiamasse il 118 per fargli fare un tampone. Il pezzo riporta l’odissea e le 36 ore (quindi 3 giorni) trascorse prima di poter avere l’esito. Quindi dobbiamo credere che la storia che i calciatori, e non solo loro, sono dei privilegiati, non è del tutto infondata, dal momento che loro hanno avuto la possibilità immediata di fare i tamponi e conoscere gli esiti. Una possibilità che dovrebbe essere data a tutti, soprattutto chi ha sintomi come febbre alta, considerando che molti calciatori positivi sono anche asintomatici e che se ci fosse stato uno di noi “comuni mortali” al loro posto non avremmo mai saputo di essere contagiati. E non solo, potremmo aggiungerci anche il fatto che loro sono stati messi in quarantena e non hanno quindi alcun contatto con altre persone, mentre molti di noi, senza sintomi, ma senza poter sapere se hanno il coronavirus, sono costretti ad uscire per fare la spesa o comprare le medicine e quindi possono, almeno ipoteticamente contagiare altre persone.

In nome di quale ragione si decide allora a chi fare i tamponi? La priorità è non diffondere il virus o salvaguardare la salute dei calciatori o di altri privilegiati?

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