La Stampa: Il campionato in tilt. Fortissimo l’intreccio tra politica e sport

La spinta di chi vive fuori dal mondo del calcio per il rinvio delle partite è stata fortissima. Per governo e Coni l'immagine del Pese sarebbe stata ancora più preoccupante in caso di partite a porte chiuse  

Malagò

Su La Stampa il caos determinato dalla decisione di rinviare le partite inizialmente programmate a porte chiuse. Una scelta che ha mostrato l’intreccio fortissimo tra sport e politica, scrive il quotidiano.

“Politica e sport, l’intreccio è fortissimo. E forte è stata la spinta di chi vive fuori dal mondo del calcio perché si arrivasse alla decisione dell’ultimo minuto. Le attenzioni, ora, si rivolgono alle prossime, immediate, partite perché prima del campionato ci sono le semifinali di Coppa Italia, con Juve-Milan mercoledì a Torino. Porte aperte o chiuse? O rinvio? Probabile una modalità diversa: porte aperte, tranne ai tifosi di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Prima senza pubblico, poi inserite in una data lontana: questo il destino di 5 partite di campionato, un destino deciso in extremis perché, fanno sapere dalla Lega di Serie A, era indispensabile seguire, e conformarsi, con l’evoluzione del coronavirus. Il resto lo ha fatto quell’immagine del Paese che, per governo e Coni, sarebbe uscita ancora più carica di preoccupazione se il nostro calcio fosse andato in scena senza spettatori”.

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