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Corriere: a Bergamo è stato fatale aver sottovalutato l’epidemia

Tamponi tardivi e minimizzazione dei sintomi dei primi ricoverati hanno portatola provincia ad essere la più contagiata d’Italia. Governo e Regione hanno tergiversato troppo 

Corriere: a Bergamo è stato fatale aver sottovalutato l’epidemia

Nella sola provincia di Bergamo ci sono 2136 casi di Covid. E’ la più contagiata di Italia. Da quattro giorni i contagiati aumentano di 300 al giorno. Ieri nel territorio del comune si sono registrati 61 decessi, il giorno prima ce n’erano stati 51.

Le camere mortuarie dei due ospedali cittadini non bastano più, scrive il Corriere della Sera.

Perché Bergamo è stata colpita in questo modo dal virus? Scrive il quotidiano:

“Il dubbio è che ci sia stata una sottovalutazione dei sintomi di alcuni pazienti, che erano arrivati all’ospedale di Alzano (alle porte della città) prima che esplodesse l’allarme a Codogno. Si è creato così un focolaio devastante tra Nembro, Alzano, Albino e Villa di Serio? A Villa viveva la prima vittima, Ernesto Ravelli, 83 anni, morto nella tarda serata del 23 febbraio dopo il trasporto d’urgenza al Papa Giovanni proprio da Alzano, dov’era stato ricoverato il 21: il giorno dopo il test positivo sul paziente 1 di Codogno. Franco Orlandi era un ex camionista di Nembro, 83 anni: era stato ricoverato già sabato 15 febbraio nello stesso ospedale, in Medicina, dov’è sempre rimasto, ma l’esito del tampone risale al 23, otto giorni dopo. Era deceduto nelle 48 ore successive. L’Azienda socio-sanitaria territoriale Bergamo Est non ha mai precisato nulla in merito. Nemmeno sul caso di un rappresentante di commercio, anche lui di Nembro, che ha raccontato di avere avuto febbre fin dal 17 febbraio, di essere stato ricoverato tra il 20 e il 21 e di aver aspettato tre giorni prima di essere sottoposto al tampone, positivo. Molto presto, nella stessa struttura, era stato contagiato anche il primario del pronto soccorso. E nonostante tutto, Regione e governo hanno tergiversato per 15 giorni sul’istituzione di una zona rossa mai arrivata”.

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