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Coronavirus, il calcio italiano ha fatto prevalere gli interessi di bottega a quelli del Paese

Di fronte a un’emergenza nazionale, come quella del coronavirus, la governance del pallone è rimasta invischiata in piccole liti invece di accettare sin da subito le porte chiuse

Coronavirus, il calcio italiano ha fatto prevalere gli interessi di bottega a quelli del Paese

In occasione della devastante crisi che ha colpito il paese per l’epidemia da coronavirus la governance del calcio non ha dimostrato grande adeguatezza. Restando invischiata in piccole liti e camarille legate alla difesa di interessi individuali. Ciò invece di fornire sostegno al governo offrendogli soluzioni e non ponendogli problemi. Il calcio, con l’indotto enorme che muove, è tra le prime imprese del paese. In considerazione di ciò dovrebbe riuscire a ragionare in termini di sistema. Per essere concreto voglio fare un breve ragionamento su un fatto specifico. La salvaguardia del regolare svolgimento del campionato.

Procediamo con ordine. Il problema di gran lunga più importante, l’unico vero problema è la tutela della salute dei cittadini. Pertanto se per tale salvaguardia si consiglia di non stringere la mano, di restare a due metri da un interlocutore, si annullano meeting, convegni, fiere e quant’altro mi sembra chiaro che non si possano tollerare incontri di calcio con migliaia di spettatori che cantano, esultano, si abbracciano. In altri termini favoriscano il contagio.

Pertanto delle due l’una. O si sospende il campionato. Oppure si giocano le partite a porte chiuse. La prima ipotesi avrebbe un effetto distruttivo sul sistema calcio. Si pensi ad esempio ai danni per tutto l’indotto dei circuiti televisivi internazionali, nazionali e locali. Che danno lavoro a migliaia di persone. D’altro canto tale ipotesi eviterebbe alle società il danno per i mancati incassi. Se si tiene conto che la Juventus, di gran lunga leader con una media di circa 2 milioni a partita, il danno complessivo (ragionando in modo decisamente approssimativo) si aggirerebbe intorno ai 10ml di euro per singola partita disputata a porte chiuse. Che calcolando per 4 o 5 turni comporterebbe un danno tra i 40 ed i 50 milioni. Vale a dire il costo di Lozano…senza tener conto di eventuali, se pur parziali, interventi di sostegno.

Francamente proprio mi sembrerebbe un atteggiamento irresponsabile e poco commendevole quello di non accettare lo svolgimento a porte chiuse. Che consentirebbe il regolare svolgimento del campionato sia pure privandosi della presenza del pubblico per alcuni incontri.

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