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Cellino: «Lo Stato salvi il calcio, è la terza industria del Paese. Ci sconti i contributi sui calciatori»

Intervista a Repubblica: «Per lo Stato sarebbe una perdita di 150 milioni. Ma non è peggio se fallisce il calcio italiano?»

Cellino: «Lo Stato salvi il calcio, è la terza industria del Paese. Ci sconti i contributi sui calciatori»

Il presidente del Brescia Massimo Cellino in ‘un’intervista rilasciata a Repubblica lancia una proposta per salvare l’economia del calcio straziata dall’emergenza coronavirus

«Il governo ci sconti i contributi sugli stipendi dei giocatori. Per lo Stato sarebbe una perdita di 150 milioni. Ma non è peggio se fallisce il calcio italiano, che oggi è la terza azienda del Paese?».

Ci sono due ipotesi, secondo il presidente del Brescia, quella che per aprile la situazione si sia normalizzata e si possa riprendere ad allenarsi per il 15, quindi si potrebbe riprendere il campionato a maggio e finirlo per giugno. Oppure quella che tutto salti per 5 mesi.

Parla anche della soluzione dei playoff che ritiene essere una proposta di Gravina, ma oramai superata perché gli Europei sono sicuramente saltati secondo Cellino. E sull’aspetto economico dice:

«Si faranno degli sconti ai broadcaster televisivi che devono ancora versare una quota dei diritti. E si chiederà allo Stato un intervento sull’Irpef per poter dare gli stipendi netti ai calciatori. Poi servirebbe una legge per allungare tutti i contratti di un anno, così da tutelare tutti. Se non facciamo così il danno sarà quasi più grave del virus. Deve occuparsene il governo del calcio. Il premier Conte si trova a gestire un periodo difficile, non possiamo aspettare lui».

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