I due presidenti non si sono mai risparmiati frecciate e schermaglie. Dal mercato al campo. Ma nell’elezione di Dal Pino ha avuto ragione Ferrero
Torino-Sampdoria non è una partita come tutte le altre, scrive Repubblica Genova. Anche perché Urbano Cairo e Massimo Ferrero non sono mai stati amici, anzi, non hanno mai lesinato dispetti.
Quando è stata presentata la Serie A Ferrero dichiarò che il suo obiettivo sarebbe stato fare almeno un punto in più di Cairo.
«L’obiettivo? Fare un punto più di Cairo, visto che il Torino ci arriva sempre davanti. Voglio arrivare a 57-58».
Era la risposta a quanto dichiarato, l’estate precedente, da Cairo, che aveva detto:
«Negli ultimi cinque anni siamo arrivati davanti alla Sampdoria quattro volte, ma non è una grande soddisfazione».
Ma le schermaglie tra i due risalgono almeno al 2016, quando, a La Zanzara, Ferrero dichiarò:
«Cairo è un tirchio, come si dice a Roma ha i soldi “de cioccolata”, che quando se li mette in saccoccia si squagliano. Io invece arrivo dalla povertà, per questo sono molto più generoso».
Il patron del Torino gli rispose subito:
«Io ho i soldi di cioccolata? Lui manco quelli».
Nel mercato, non sono mancati altri motivi di attrito. Zaza, ad esempio, nel 2018, dopo essere stato nel mirino della Sampdoria, ha scelto il Torino. Ferrero se la prese:
«Le persone scorrette non mi piacciono».
Quando, il 4 novembre seguente, la Samp perse 1 a 4 contro il Torino, accusò Cairo di aver passato un’intera settimana a lamentarsi degli arbitraggi. A marzo scorso, invece, il presidente blucerchiato non perse occasione di ricordare a Cairo l’affare Quagliarella, preso dalla Samp dopo diversi tira e molla per 2,5 milioni, non esattamente poco per un giocatore di 33 anni non più al centro del progetto del
Torino.
«Credo che Cairo si sia pentito di averlo dato via».
Forse Cairo, scrive il quotidiano,
“non è neppure contento di aver vinto il derby estivo per Verdi, sogno di mister Di Francesco, una delle grandi delusioni della stagione del Torino”.
Tra i due presidenti si sono susseguite frecciate e punture. Nulla di grave, continua Repubblica, ma che denotano attriti.
Un attrito riproposto in occasione della recente elezione di Dal Pino a presidente di Lega.
“Ferrero ha puntato, infatti, sul candidato di Lotito, Paolo Dal Pino, che ha prevalso con dodici voti, contro i sette di Gaetano Miccicché, sostenuto da Juventus, Inter ed appunto il Torino, uno in più del necessario. Insomma in questo caso è arrivato davanti Ferrero”.