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Lotito: «Alla Lazio comando io ma siamo una famiglia»

Al Messaggero: «Ho saputo scegliere le poche persone di cui fidarmi. Bravo Inzaghi. Ho cambiato Formello seguendo i suggerimenti dei calciatori»

Lotito: «Alla Lazio comando io ma siamo una famiglia»

Il Messaggero intervista Claudio Lotito, presidente della Lazio dei miracoli, sempre più in corsa verso lo scudetto con Inter e Juventus.

C’è un punto preciso in cui il percorso della squadra è cambiata, dice. Quello in cui il presidente disse che avrebbe dovuto cominciare la stagione dei doveri.

«Ricordavo, eravamo in crisi, che era finita la stagione dei diritti e cominciava quella dei doveri. La svolta nel gruppo arriva proprio quando tutti hanno cominciato a capire questo: niente rendite di posizione. Devo dare atto ai miei giocatori di aver rispettato chi li rispettava e si stanno comportando da grandi professionisti e da gente di famiglia».

Lotito racconta che alla fine di Lazio-Inter vinta dai biancocelesti è andato nello spogliatoio a incontrare i giocatori.

«La più grande soddisfazione della partita di domenica non sono i messaggi e le telefonate, ma la mia entrata negli spogliatoi dopo il 90’: entro e vedo 5 o 6 giocatori arrivare verso di me, pieni di adrenalina. Urlavano: «visto, presidente, abbiamo fatto quello che hai detto; hai visto presidente, hai visto!». Urlavano come matti».

La Lazio è come una famiglia. Ci sono solo persone di fiducia, questo è il segreto.

«Alla Lazio si sa che comando io, ma il merito più grande è stato sempre quello di saper scegliere le poche persone di cui fidarmi».

Il presidente elogia anche il suo allenatore, Simone Inzaghi.

«Simone ha capito tante cose ed è molto migliorato in questi anni insieme: ha capito che per andare così avanti, serviva coinvolgere di più ogni pezzo della nostra rosa. L’ha fatto, in particolare in questa stagione, e i risultati si vedono. Tutti si sentono importanti e… indispensabili. Sanno che il tecnico li vedrà. Il turnover era una cosa imprescindibile, ha accettato il rischio e ha cambiato alcune sue convinzioni. Ed è diventato grande. I suoi giocatori gli stanno dando tutto, è evidente».

I calciatori sono tenuti in considerazione anche dal club, che ha accolto alcuni loro suggerimenti per il centro sportivo di Formello.

«Un giorno vi faremo vedere come abbiamo rivoluzionato il nostro quartier generale: ho preso tanti dei suggerimenti che mi arrivavano proprio dai giocatori. E loro si sentono tutelati, da me e dalla nostra struttura. Sanno che per me non sono oggetti agonistici: che se non stanno bene, non giocano. Che abbiamo voglia di curarli dal punto di vista fisico, psicologico, familiare».

 

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