ilNapolista

Il Napoli come il mito di Castore e Polluce: un giorno nell’Olimpo, un altro nel regno dei morti

Il Napoli si era proiettato nella modernità del calcio e dei fatturati. Come se avessimo conquistato una volta per tutte il secondo posto e non c’era che attendere il primo. E invece…

Il Napoli come il mito di Castore e Polluce: un giorno nell’Olimpo, un altro nel regno dei morti
during the Italian Serie A football match SSC Napoli vs Fc Juventus.

Per l’oroscopo il Napoli potrebbe essere del segno dei Gemelli, nel mito di Castore e Polluce, che vivevano insieme un giorno nell’Olimpo e un altro nel regno dei morti. Doveva essere la seconda forza del campionato, si ritrova a perseguire la salvezza dei poveri. Due destini, opposti e inseparabili.

Per scaramanzia a Napoli non si dice. Né nei bar né nelle festicciole televisive a base di calcio. Purtroppo, però, di questo si tratta. Si può anche vincere con la Juve, ma se non si fanno i punti per stare al sicuro, niente è certo. Nobiltà e fasti da decennale ispano-napoletano sono ancora nella testa dei più. La piccola colonia iberica del duo Benitez-Sarri, con lo sfortunato prosieguo di Ancelotti, aveva proiettato il Napoli nella modernità del calcio e dei fatturati. Come se avessimo conquistato una volta per tutte il secondo posto in classifica e non c’era che attendere il primo.

L’Europa fa quaranta

Poi il botto. Sarà per le camarille da spogliatoio, sarà per un presidente che non ama il pop delle curve e sogna il british delle tribune, sarà per la concorrenza milionaria, finora under costruction, che ti costringe ad alzare la posta per competere nel campionato e nelle coppe, sarà per tutto questo messo insieme, Var compreso e San Paolo vuoto, è certo che il Napoli ha passato un brutto momento e ci vorranno quaranta punti “gattusiani” ovvero ancora tante vittorie di grinta per raggiungere l’Europa League o la salvezza, più o meno in perfetta equidistanza. Se proprio vogliamo divertirci c’è Insigne ritornato in grande forma insieme ai compagni di merende. Se vogliamo intristirci, l’incognita delle multe e dei contratti ancora tutti da definire.

La squadra di Gattuso

Non eravamo abituati. Ma al posto del mercato minuto per minuto con acquisti e cessioni dell’ultimo momento, quest’anno, già a gennaio, si è toccato il record di spesa (95 milioni di euro), incamerando in rosa Lobotka, Demme, Politano, Rrhamani, Petagna e mettendo a frutto le cessioni di Rog, Inglese, Verdi, Ounas. Si spera in un accordo con Ringhio, visto che i profili dei nuovi giocatori fanno già parlare della “squadra di Gattuso”.

L’impressione è che si sia puntato sul futuro prossimo più che sul presente (comunque risolto con la nuova mediana). Ovvero su una squadra meno tecnica e più battagliera. Il livello dei nuovi innesti, infatti, è di valore medio e lascia presagire un sistema di gioco più “catenacciaro” (col permesso dei tifosi) e contropiedista (contro i bianconeri anche in dieci dietro la linea della palla). Chi pensa che la difesa sia una brutta parola si può consolare con la vittoria sulla Juve. I moduli magici non fanno spettacolo, ma la loro applicazione sì, la mentalità e tutto quello che ci vuole per passare dalla grande bellezza alla grande emergenza.

Il Napoli che sarà

La conclusione (temporanea) sembra questa. I numerosi acquisti di gennaio lasciano intendere che si sta costruendo il Napoli del futuro. Non sarà una squadra di fuoriclasse, ma di giocatori funzionali. Il livello degli ingaggi per forza di cose e per il valore tutto da dimostrare dei nuovi sarà come media più modesto. Il posto da occupare in classifica teoricamente sarà da quarto sesto posto, viste le campagne di rafforzamento  delle altre big. Ma non si può mai dire. Il virus mutante dei rapporti squadra – società continuerà a influenzare l’ambiente e, come per gli inseparabili gemelli del mito, un giorno si vivrà nell’Olimpo e un altro nel regno dei morti. Napoli è fatta così.

ilnapolista © riproduzione riservata